Cinema barocco tra Ginosa e i Sassi di Matera

15/11/2017

La moda sogna e disegna un futuro preromantico. Gli abiti essenziali e funzionali che avevano dominato gli ultimi anni del secolo scorso e gli inizi del Millennio, lasciano il posto a volute e maniche a sbuffo, che riattualizzano fanno rivivere le suggestioni del tardo
settecento e del primo ottocento nella ricerca di un fasto, più immaginato e immaginifico, più che intimamente vissuto, quasi in stile Secondo impero. Anche il cinema riscopre e asseconda questo trend scendendo in provincia a cercare ispirazione in un mondo magico e ammantato di mistero. È questa la chiave per capire e interpretare il revival delle pellicole in costume che hanno trovato nella Puglia la location ideale. La Murgia del tarantino e del barese è diventata lo scenario più congeniale, con le sue Gravine e Lame, per reinventare castelli e luoghi fantastici. A beneficiare di questo nuovo filone, oltre ai paesi rivieraschi di quella che fu la Magna Grecia, è anche Ginosa. Esce giovedì in anteprima nazionale, il film storico favolistico, Agadah, una sorta di viaggio di iniziazione, tratto dal romanzo “Il manoscritto trovato a Saragozza”, un racconto francese del conte polacco Jan Potocki. Nella fiction Ginosa diventa un vero e proprio set a cielo aperto. Un paese e una comunità si vestono di pizzi e crinoline d’epoca, per fare del centro storico una bomboniera d’altri tempi. Sulle ali del gran Tour si infittisce il mistero. Il tuffo nel passato, oltre che dalla natura accogliente screziata dei luoghi, è resa possibile da tutta una serie di maestranze e di talenti locali che hanno messo al servizio del sogno di celluloide la loro sapienza artigianale e sartoriale, ormai squadre di falegnami, attrezzisti e truccatori di Ginosa e dintorni sanno che la crisi si combatte anche al cinema. I ciak della pellicola con Alessio Boni, nel ruolo dell’antagonista, hanno permesso ad esempio alla sarta e costumista ginosina Paola Buttiglione, di affacciarsi al mondo delle grandi produzioni come sarta esperta e profonda conoscitrice della storia del costume nei secoli. Ha collaborato ai rimaneggiamenti degli abiti settecenteschi che fanno da cornice all’intreccio narrativo isola ha realizzato alcuni di più importanti accessori di scena. Per lei, la partecipazione a questo film è stata una vera rampa di lancio che l’ha proiettata verso nuovi e sempre più prestigiosi traguardi in una difficile carriera che l’ha vista poi collaborare con la 01 distribution, nell’allestimento di costumi del film “Chi m’ha visto?” Con Beppe Fiorello e Pierfrancesco Favino e non ultimo il film olandese pluripremiato, con un regista da Óscar come “Tulips”. Ora lavora in gran segreto nell’ambito di una fitta serie di progetti cinematografici. Si schernisce, ma sta diventando un punto di riferimento per le troupe che scelgono il Sud per le loro produzioni.
Paola non si fa illusioni. Il lavoro si nutre di umiltà e di fatica. Ma trasferitosi col suo laboratorio di alta sartoria a Matera, sa che un sogno può nascere anche nella ventosa solitudine dei Sassi di Matera, che lei ha scelto come patria d’adozione, o tra i nostri
bellissimi muretti a secco,  bisogna crederci e non arrendersi.