Resoconto su incontro Mittal USB

21/03/2020

Rizzo: “24.000 controlli operati su lavoratori diretti e dell’appalto: tutti negativi. Le 3.600 presenze in azienda scenderanno a 3.000 nei prossimi giorni. Chiesta cassa integrazione per Covid -19 per 5.000 diretti. Arriva domani primo stock di mascherine. Per la sanificazione degli ambienti rileviamo ancora situazioni da attenzionare”


Terminato intorno alle 13.00 l’incontro con Arcelor Mittal. Primo dato certamente positivo comunicato dall’azienda: su 24.000 controlli eseguiti con l’ausilio del termoscanner, su dipendenti diretti e dell’appalto in entrata, fortunatamente non si registrano casi di lavoratori con temperatura corporea superiore alla norma. Monitorati per diversi giorni consecutivi per l’esattezza 3.800 lavoratori diretti e circa 2.000 dell’appalto.

Il Responsabile Risorse Umane ha riferito che le presenze in fabbrica, al momento sulle 3.600 unità in totale, diminuiranno nei prossimi giorni fino a raggiungere le 3.000. Ciò in conseguenza alla fermata degli impianti al momento ancora in attività: l’ultima colata dell’Altoforno 2 è prevista per questa notte tra il secondo ed il terzo turno, mentre Acciaieria 1 si fermerà con l’ultima colata da spillare prevista nel secondo turno di lunedì.

Altra comunicazione importante quella che riguarda la richiesta di cassa integrazione fatta da Arcelor Mittal per 5.000 lavoratori. Presumibilmente si partirà dal 1 aprile. Usb aveva chiesto la copertura integrale per tutti degli ammortizzatori sociali. A fronte della richiesta avanzata dal nostro sindacato, l’azienda si dice disponibile a farsi carico dei numeri aggiuntivi ai 5.000.

Diversi incontri già programmati tra oggi e lunedì con le ditte dell’appalto. Con quasi tutte si è convenuto di chiedere la cassa integrazione per la totalità dei lavoratori, ipotizzando all’inizio l’attivazione per una percentuale che va dal 30 al 40%, per poi estenderla alla restante parte.

A proposito invece della decisione di Mittal di gestire il lavoro attraverso le comandate allargate, non concordate col sindacato ma, secondo quanto dichiarato dall’azienda, con il custode giudiziale, chiediamo un incontro chiarificatore proprio all’ingegnere Barbara Valenzano.

Franco Rizzo: “Conoscendo la dottoressa Valenzano, ritengo poco credibile la possibilità che abbia accettato un’operazione di questo tipo, ma attendiamo un incontro per chiarire questo punto e per chiedere inoltre aggiornamenti sulla possibilità che Arcelor Mittal abbia stilato, pur non avendo ancora presentato nulla alle organizzazioni sindacali, un programma in merito alla procedura d’emergenza rispetto al problema rappresentato dal Covid-19, nel caso in cui la situazione dovesse peggiorare ulteriormente”. 

Entro domani arriverà intanto il primo carico di mascherine, nella prossima settimana il secondo stock.
Quanto alla sanificazione degli ambienti, rileviamo la necessità di correggere il tiro, dedicando ancora maggiore cura alla pulizia e alla disinfezione dei vari luoghi di lavoro.



Franco Rizzo Coordinatore provinciale Usb Taranto