Sfidiamo il Covid:" Commercianti in stato allerta"

04/05/2020

“Siamo al tracollo! Ci avete tolto anche la Speranza”. Una sola voce, un solo disperato appello parte dalle imprese del commercio della provincia di Taranto. Una dopo l’altra sulle vetrine e le serrande chiuse delle vie del commercio, desolatamente vuote del capoluogo tarantino, già dalle prime ore di stamane senza neanche attendere il completamento della distribuzione in tutta la provincia , campeggia una locandina rossa con una sola semplice scritta. “E’ il grido di dolore dei commercianti”, commenta una giovane imprenditrice che ora – dopo tre generazioni di commercianti- medita seriamente di chiudere l’attività messa su dai nonni, perché non sa se riuscirà a far
fronte agli impegni ai quali, a partire da giugno, con la ripresa delle attività, dovrà far fronte. Una storia non diversa da tante altre: timori, preoccupazioni, dubbi che si rincorrono di bocca in bocca; storie comuni tra i titolari dei negozi di vicinato della provincia tarantina.

Il 18 maggio dovrebbero ripartire ( il condizionale è d’obbligo, visto che già il 4 maggio ci si aspettava il via libera) buona parte delle attività del commercio, ma non è detto che la riapertura sia possibile per tutti se nel frattempo – sottolineano i presidenti delle Delegazioni territoriali di Confcommercio- non arriveranno risposte concrete e tangibili dagli Enti territoriali e dal Governo.
La carenza di liquidità è il problema comune, e ad oggi i percorsi avviati con le banche non hanno dato risposte adeguate alle richieste delle imprese. Burocrazia, inutili passaggi di carte rallentano la concessione del prestito garantito, tra l’altro la soglia dei 25 mila euro è davvero irrisoria. Che dire poi dell’esiguo bonus non ancora riscosso dalla maggior parte dei beneficati o delle misure di sostegno al lavoro che le banche non sono disponibili ad anticipare per cui i dipendenti non percepiscono a tutt’oggi il reddito. Quanto poi alla tassazione locale, che la maggior parte dei Comuni ha fatto slittare di qualche mese , è impossibile che a luglio, quando dovrebbero arrivare le prime cartelle esattoriali, i commercianti siano nelle condizioni di farvi fronte. La Regione non diversamente, sembra persino trovare difficoltà nel far partire aiuti di minima entità come la misura sul Microcredito per le piccole imprese . Sul fronte Governo poi promesse, rassicurazioni, annunci, ma nulla di concreto ad oggi.

I commercianti -ormai stremati da 50 e passa giorni di fermo - hanno persino superato la soglia della paura: il COVID 19 non desta maggiore timore della prospettiva di dover licenziare i dipendenti, di non poter onorare gli impegni, di dover dichiarare fallimento.
Per ora si parte con una locandina rossa, ma la rabbia è tale che non è escluso che si scenda in strada sfidando decreti e autorità. La tensione è ormai alle stelle. Si fa fatica a impedire scatti in avanti di chi non intende aspettare il nuovo decreto economia.