Ginosa:" Continua l'amputazione del paesaggio rupestre, un'altra porzione del patrimonio storico e della memoria è andato perduto"

04/12/2017

Domenica mattina Ginosa e i ginosini hanno avuto un brutto risveglio, alle 8.30 circa si sgretola un altro pezzo della nostra storia. L’ennesimo crollo nella nostra amata gravina. Il cedimento di una porzione del villaggio rupestre del casale antistante l’importante chiesa rupestre di Santa Domenica. Abbiamo recuperato un servizio del 2014 un service realizzato dai Lions Club di Ginosa dove si vede benissimo la porzione del Villaggio rupestre che oggi purtroppo non c’è più. Un service dove a lavorare furono un giovane gruppo di tecnici e due tecnici esperti del settore L’architetto Ivan Risimini e l’archeologo Giambattista Sassi.  Abbiamo intervistato l’architetto Risimini che ci ha spiegato “Il nostro è un paesaggio fragile, in continua trasformazione. L’esperienza di Via Matrice insegna, un’area altamente antropizzata, un groviglio di cavità poste su più livelli, con piccole sezioni di separazione tra una cavità e l’altra, dove l’elemento costitutivo, la calcarenite, è un materiale fragile e sensibile agli eventi atmosferici". “Quell’area”- ha continuato l’architetto Risimini –“deve essere inibita a qualsiasi tipo di manifestazione ed evento e soprattutto all’escursionismo domenicale e non professionistico. "Questo"- continua Risimini -  "è quello che suggerii all’ex Sindaco De Palma e consigliai all’attuale Amministrazione. L’area necessità di una urgente bonifica e messa in sicurezza anche attraverso disgaggi e demolizione controllata dei ruderi posti in prossimità dell’alveo ed investire sull’attività conoscitiva e di monitoraggio, preoccupandosi prima di quelle aree prossime all’abitato, mi riferisco ad esempio a Via Matrice e Via Puglie. Se non c’è conoscenza di quelle aree non può esserci progetto, quindi futuro". Inoltre, abbiamo incontrato Carmelo che vive proprio lì “un boato così spaventoso che ho pensato subito al crollo del Castello".Insomma, quell’area crolla da 160 anni e proprio per questo, forse, le problematiche di quell’aria si conoscono e quindi forse si potrebbero anche mitigare i rischi, ci vuole solo uno studio serio e appropriato, ma la cosa più importante ci vuole tanta, ma tanta buona volontà.