Non sei sola: "La nuova campagna di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne ai tempi del Covid19"

03/04/2020

In questo periodo di isolamento forzato a causa del “Covid19”, molte famiglie vivono situazioni di difficile convivenza a causa di gravi problemi di violenza intrafamiliare pregressa: a subirne le conseguenze sono donne e bambini che hanno difficoltà a comunicare con l’esterno quanto accade all’interno delle mura domestiche. A fronte di questa situazione, l’Aps Sud Est Donne – che da anni gestisce diversi centri Antiviolenza nella provincia di Taranto e Bari - ha ripreso e ravvivato la campagna di sensibilizzazione, prevenzione e contrasto alla violenza di genere “Non sei sola”, già avviata nel lontano 2011. La campagna nasceva, infatti, con l’obiettivo di far emergere il bisogno inespresso delle donne vittime di violenza che, non sapendo a chi rivolgersi per chiedere aiuto, rimanevano in silenzio in situazioni di grave difficoltà e profonda solitudine. Negli anni successivi, 2014 e 2018, la campagna è stata rilanciata nei vari ambiti territoriali dove l’associazione è presente, con lo scopo di aiutare le donne a raccontarsi, a condividere le loro storie
anche in modo anonimo, attraverso una mail o un messaggio sulle pagine Facebook dell’associazione. L’invito era rivolto anche alla comunità in generale, perché la violenza di genere non è un problema delle donne ma di tutta la comunità. Oggi, in piena emergenza sanitaria e in isolamento forzato, a fronte di una drastica riduzione di telefonate delle donne al 1522 e ai Centri antiviolenza, Sud Est Donne ha deciso di riprendere la campagna “Non sei sola”, realizzando un video, con il contributo della Regione Puglia, e la
preziosa collaborazione della nota psicologa e criminologa Margherita Carlini, di Donne e Giustizia Centro Antiviolenza Ancona e dello Sportello Antiviolenza Recanati, al fine di aumentare la consapevolezza delle donne su quello che accade tra le mura domestica.
Nel video la dottoressa Carlini pone una serie di quesiti che possono evitare una sottovalutazione del rischio. Inoltre, consiglia strumenti da utilizzare e comportamenti da assumere, atti a comprendere che, anche se siamo in quarantena, si può e si deve chiedere aiuto. Le donne non sono sole, e neanche i loro bambini. La campagna è visionabile sul sito di www.sudestdonne.com o sul canale youtube Sud Est Donne: https://www.youtube.com/watch?v=TXxWcbn___s&feature=emb_title
In questo modo, il tempo di questa quarantena, scandito dall’hashtag #IORESTOACASA, può diventare – anche con il contributo del web - il tempo della consapevolezza di quello che accade: troppe volte, infatti, la violenza domestica è confusa con il conflitto. La violenza maschile sulle donne è, invece, il frutto di una cultura discriminante che autorizza gli uomini al dominio sulle donne,
sui loro pensieri e desideri anche ricorrendo alla costrizione fisica; una violenza che assume forme diverse, da quella fisica a quella psicologica, da quella sessuale a quella economica e che assume tratti ancora più pericolosi in tempo di covid. In questo momento, infatti, la quotidianità viene stravolta: aumenta lo stress e, di conseguenza, il rischio che le violenze vengano agite. Inoltre,
al problema della violenza si somma quello delle dipendenze (da alcol, sostante stupefacenti o ludopatie) spesso presente in molti uomini maltrattanti. Una vicinanza forzata che aumenta il controllo dell’uomo maltrattante, tanto da rendere difficile – se non addirittura impossibile – per le donne comunicare all’esterno. Se fino ad ora le donne hanno resistito (in quanto trattasi di un lasso di tempo di 15/20 giorni, pari a quello sperimentato nelle vacanze estive o natalizie), si teme che, superato tale periodo esploderanno quelle situazioni in cui le donne rischieranno la vita. A testimoniare quanto affermato ci sono i costanti episodi di cronaca che riguardano la violenza sulle donne. Ecco cosa è accaduto in Italia, nel mese di marzo, in quelle poche narrazioni giornalistiche come sempre stereotipate, in cui al “raptus” si è affiancata la “paura del contagio” quale causa dell’agito violento: Padova, 24 marzo Massacrata dal marito a colpi di coltello nella casa dove condividevano l'isolamento forzato. Si è sfiorato il femminicidio nell'alta Padovana, dove una donna di 48 anni è stata colpita al volto con un martello dal marito, al culmine di una lite scoppiata per futili motivi. In casa della coppia sono intervenuti i carabinieri allertati dai vicini. Le urla disperate della donna, nel silenzio irreale di questi giorni di emergenza sanitaria, infatti, hanno attirato l'attenzione delle famiglie che abitano nelle case vicine, che hanno immediatamente dato l'allarme. All'arrivo dei sanitari la vittima, una maschera di sangue, era ancora riversa a terra. Sessa Aurunca, 29 marzo L’aggressione è avvenuta a ora di cena: la donna, 48 anni, aveva appena portato la cena al marito quando quest’ultimo, in preda a un raptus, l’ha aggredita tentando di strangolarla per poi colpirla alla schiena con delle forbici. La donna è riuscita a divincolarsi e a
sottrarre le forbici al marito, ferendolo a sua volta prima di riuscire a fuggire e a chiamare i carabinieri. La 48enne ha riportato contusioni multiple al volto e tre ferite alla schiena ed è stata giudicata guaribile in 10 giorni. Furci Siculo, 31 marzo. Femminicidio. Uccide la compagna e tenta il suicidio. Entrambi studenti di Medicina all'ateneo di Messina. Il giovane avrebbe cercato di togliersi la vita senza però riuscirci. I due studenti, entrambi 27enne, frequentavano l'università: lui in Odontoiatria, lei in Medicina
LE PROCEDURE DEI CENTRI ANTIVIOLENZA PUGLIESI IN TEMPO DI COVID-19 La Regione Puglia sì è attivata chiedendo ai centri antiviolenza, una immediata ricognizione dei dati che riguardano gli accessi nei mesi di gennaio, febbraio e marzo. Dai dati si evidenza, in termini percentuali tra febbraio e marzo, un calo del 40% degli accessi, così come del 50% delle prese in
carico, sia pure con qualche differenza di percentuale tra le province (calo più alto rispetto alla media regionale nella provincia di Foggia, più basso nella provincia di Taranto). Non ci sono significative differenze per quanto riguarda gli allontanamenti in protezione (11 a febbraio e 11 nel mese di marzo). Significa che nei casi di urgenza la risposta è la messa in protezione sempre. Al fine di rispettare le disposizioni governative, i centri antiviolenza della Puglia, in questo momento di emergenza sanitaria, stanno svolgendo accoglienza solo telefonica, con l’ausilio di operatrici di prima accoglienza, psicologhe, avvocate e assistenti sociali. È possibile
contattare h24 le operatrici, anche tramite applicazioni come whatsapp. Ugualmente è garantito il supporto di attivazione della rete di protezione in caso di pericolo. La rete antiviolenza locale sarà attivata più frequentemente dalle FF.OO, che a breve entreranno in
possesso dell’elenco aggiornato dei numeri di reperibilità h24 dei centri antiviolenza. Per la salvezza delle donne e dei minori, l’attenzione e la predisposizione a segnalare le situazioni di violenza da parte dei vicini e dell’intera comunità diventa fondamentale in questo momento. Su indicazione di quanto stabilito dalla circolare del Ministero dell’Interno-Dipartimento di Pubblica sicurezza del 27 marzo 2020 “Violenza di genere e violenza domestica” e dagli indirizzi operativi Prot. 1624 della Regione Puglia, al fine di limitare il contagio, le case rifugio non potranno accogliere senza che le donne e i minori abbiano trascorso un periodo di quarantena. Pertanto si sono acquisite le disponibilità di alcune strutture di accoglienza (b&b o case vacanza) al fine di organizzare, grazie all’aiuto della Protezione civile e dei Comuni, l’accoglienza delle donne e dei loro figli, garantendo i loro bisogni essenziali. Fondamentale è, in questo momento, il fattivo contributo delle forze dell’ordine in prima linea nel contrasto alla violenza domestica, soprattutto in
questo periodo; sarà importante che in presenza di situazioni di emergenza e di pericolo di donne e minori, previa possibile valutazione del rischio, in presenza dei presupposti ex art. 384 bis cpp, provvedano a disporre la misura precautelare dell’Allontanamento d'urgenza dalla casa familiare; ciò garantirà alla donna ed ai minori di rimanere nella propria abitazione e dall’altra rendere celeri le
misure di protezione, unitamente a quelle di tutela giudiziaria. Di seguito i contatti a disposizione delle donne vittime di violenza per chiedere aiuto. Elenco di tutti i centri antiviolenza della Regione Puglia con relativi contatti: www.sudestdonne.com
 Numero nazionale antiviolenza antistalking e antiviolenza: 1522. È attiva anche l’App 1522 per contattare tramite chat le operatrici del sistema.  App YouPol, nata per far denunciare ai più giovani episodi di bullismo e droga, e che da oggi potrà essere utilizzata anche per denunciare violenze domestiche. Video Campagna Nazionale “Non sei sola”:
https://www.youtube.com/watch?v=TXxWcbn___s&feature=emb_title
Si può chiedere aiuto anche senza dover per forza telefonare: le organizzazioni a tutela delle donne fanno appello al senso civico dei vicini di casa: in caso di rumori strani, è importante chiamare le forze dell’ordine. Le donne vittime di violenza non possono farlo.



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