“Il settore del wedding è senza dubbio tra quelli più colpiti dalla crisi - spiega Laricchia - e tra le varie difficoltà che ha dovuto affrontare, c’è anche quella di non essere riconoscibile in un unico codice ATECO. Quando parliamo di wedding, ci riferiamo infatti a tantissimi comparti diversi, trasversali, da quello degli addobbi floreali ai fotografi, alla musica, alla ristorazione, agli abiti da cerimonia. In Puglia nel 2020 avrebbero dovuto celebrarsi 18.836 matrimoni, ma l’85% degli eventi è stato rinviato o annullato, con un crollo del fatturato passato da un miliardo di euro potenzialmente stimato ai 93.000 euro reali. E tutto questo rischia di avere ripercussioni pure per gli anni successivi. Istituire un distretto serve a riunire tutti i professionisti del settore: 82 codici ATECO legati al wedding, tante professionalità e tante imprese di qualità con le quali lavorare per costruire un marchio del wedding pugliese. Promuovere l’istituzione del Distretto, per cui mi metterò personalmente al lavoro già da domani, permetterà alla Regione Puglia di avere un interlocutore formale istituzionale di cui portare la voce ai tavoli romani, dove le regioni dovranno dire la loro sul riparto del fondo da 200 milioni previsto dal Decreto Sostegni per aiutare anche le attività che si occupano di matrimoni e commercio. Questo è un risultato importante di tutti gli operatori del settore. Il Distretto del Wedding deve anche ispirarsi a quei distretti che funzionano nella nostra regione, penso a Puglia Creativa o al Distretto Informatico, che producono studi, si sostengono a vicenda e sono un ottimo alleato nel mercato per le varie imprese che ne fanno parte. Parliamo di un Distretto che ovviamente deve guardare oltre la pandemia, per attrarre turismo e destagionalizzarlo in vari mesi dell’anno. Ci facciamo portatori di valori come l’amore, la famiglia che è sempre bene ricordare e in cui è sempre bene identificarsi”.