Arci-Taranto. Pres. Davide Giove: " I lavoratori sono cittadini e non appartengono all'acciaieria"

12/04/2021

Arci Taranto esprime vicinanza a Riccardo Cristello, il tecnico licenziato da ArcelorMittal per aver condiviso sulla propria pagina
personale di facebook, commentandolo, lo screenshot di una serie televisiva.

Nonostante la richiesta di chiarimento formulata dal Ministro Orlando ad oggi, secondo fonti dello stesso Ministero del lavoro e delle
Politiche Sociali, l’azienda non ha prodotto nulla più che la trasmissione dell’atto di licenziamento. Questo rende per tutti ancora
più difficile comprendere le ragioni che possano aver indotto l’acciaieria a ritenere, con giusta causa, plausibile il licenziamento
di un operaio 45enne, padre di due figli, dopo 21 anni di servizio in azienda.

La presenza dell’acciaieria a Taranto ha determinato, in questi decenni, tensioni e spesso fratture sociali molto forti a causa della
complicata dialettica che vede spesso contrapposti il diritto alla salute e quello al lavoro, il tema dello sviluppo economico e quello
della salvaguardia ambientale. A pagare le conseguenze più difficili di questo clima sono spesso proprio gli operai dell’azienda che alle
difficoltà delle loro prospettive occupazionali devono quotidianamente aggiungere anche il peso delle tensioni che, in questo territorio,
produce il dibattito che nasce dalla presenza dello stabilimento. Da oggi a questo si aggiunge il fatto che la condivisione di un
messaggio sulla propria bacheca social, senza espliciti riferimenti alle politiche aziendali, possa essere ritenuta giusta causa di
licenziamento. ARCI Taranto in quanto associazione generalista che ospita al suo interno esperienze e sensibilità con sfumature differenti sul tema della presenza del siderurgico, conosce bene la difficoltà e al tempo stesso l’importanza di ricondurre a sintesi le idee, le opinioni e le visioni su un tema così delicato che riguarda un intero territorio e non solo l’azienda ed i suoi occupati.

Il licenziamento di Riccardo Cristello, pertanto, non colpisce solo il tecnico e tutti i dipendenti Arcerol Mittal, a cui va la nostra
vicinanza. Questo atto, che riteniamo grave e pericoloso, colpisce invero l’intera comunità tarantina a cui, con un gesto di forza
smisurato ed incomprensibile, si cerca di negare il diritto al dibattito e alla riflessione. Noi crediamo che non ci sia danno di immagine peggiore di quello che Arcelor Mittal si stia causando con le sue stesse mani attraverso un provvedimento di questo tipo e ci uniamo al coro di proteste che in Città e in tutto il territorio nazionale si sta sollevando contro questo licenziamento dai contorni grotteschi.
Il territorio jonico e la comunità pugliese tutta hanno diritto a condurre un dibattito sereno sul presente e sul futuro di questa terra
e non devono restare in silenzio dinanzi a provvedimenti che abbiano il sapore di punizioni simboliche. Un operaio dell’acciaieria non appartiene alla sua azienda. Esso è prima di tutto un cittadino nel pieno dei suoi diritti, compresi il diritto alla libertà di espressione e il diritto al lavoro.


ARCI COMITATO TERRITORIALE TARANTO
Il Presidente
Davide Giove