È stata dimessa oggi la donna alla quale, appena due giorni fa, è stato impiantato il pacemaker endocardico capsulare Micra.
L’intervento, effettuato a Taranto per la prima volta e realizzato in collaborazione con il Professor Stefano Favale, Direttore dell’Unità Operativa di Cardiologia Universitaria del Policlinico di Bari, è durato circa un’ora e quindici minuti.
Questa nuova tecnologia, oggi ampiamente testata e utilizzata in tutto il mondo, consente di stimolare il cuore attraverso una microcapsula inserita nel ventricolo destro grazie a una tecnica percutanea mininvasiva, non un intervento chirurgico.
Tramite la puntura di una vena della gamba si inserisce un introduttore fino al cuore e poi si posiziona, attraverso i raggi X, la capsula Micra (delle dimensioni di una pillola) all’interno del cuore. Ciò consente non solo un vantaggio dal punto di vista estetico, non lasciando l’intervento alcuna evidenza chirurgica, ma anche l’annullamento dei rischi di complicanze legate all’impianto del pacemaker tradizionale (infezioni, fratture, ecc.).
È stata infatti la stessa paziente a chiedere se fosse possibile inserire questo nuovo dispositivo, viste le complicanze causate dal vecchio pacemaker.