È stato assegnato al musicologo e giornalista Sandro Cappelletto il Premio Giovanni Paisiello Festival che ogni anno viene attribuito a un personaggio o a un’istituzione il cui impegno ha comportato una diffusione e valorizzazione della figura del grande compositore tarantino. L’annuncio e la consegna del riconoscimento nell’ambito della diciottesima edizione del Giovanni Paisiello Festival sono avvenuti al Teatro Fusco di Taranto al termine della conferenza concerto «Mozart 1770» della quale lo stesso Cappelletto è stato protagonista in veste di voce narrante accanto al soprano Valeria La Grotta, accompagnata al fortepiano da Selim Mahrez, che ha suonato un esemplare di inizio Ottocento dei Fratelli Federico di Napoli. A consegnare il premio, Lorenzo Mattei, direttore artistico del festival, e Paolo Ruta, presidente degli Amici della Musica “Arcangelo Speranza” cui si deve l’organizzazione della manifestazione.
Il Giovanni Paisiello Festival prosegue lunedì 5 ottobre (ore 21), sempre al Teatro Fusco, con lo spettacolo musicale «Altas Undas. Voci e canti di Odissea» ideato nella drammaturgia dal tenore Graziano Andriani, che con il soprano Annamaria Bellocchio è voce dell’ensemble di musica antica Resonare Fibris completato dagli strumentisti Michele Saracino (violino e ribeca), Antonella parisi (viole da gamba), Domenico Susca (chitarra) e Angela Lacalamita (salterio). Firma la regia Domenico Andriani, voce recitante dello spettacolo, che prende il nome dal titolo dal brano «Altas undas que venez suz la mar» del trovatore provenzale del dodicesimo secolo, Raimbaut de Vaqueiras.
È uno dei brani del programma, che prevede anonimi dell’antichissima tradizione catalana, portoghese e sefardita, dell’isola di Procida e della Corsica, ma anche di Athanasius Kircher, dello stesso Paisiello e di autori poco conosciuti del tredicesimo secolo, come Sordello da Goito e Alfonso X El Sabio.
Al narratore Domenico Andriani il compito di fare da guida in questo spettacolo in cui dialogo con i cantanti e l’ensemble di strumenti sul limitare del mare. Il “nostro mare”, quel Mediterraneo che fu centro di vita e ora è sempre più simile a un cimitero. Quel Mediterraneo - spiega Domenico Andriani - che fu ponte e ora rischia di diventare frontiera invalicabile tra un Nord impaurito e un Sud disperato, campo di battaglia tra Oriente musulmano e Occidente cristiano, testimone impotente dello scontro sanguinoso tra due mondi – arabo ed ebraico – che sembrano aver dimenticato la feconda parentela di un tempo. Eppure, ascoltando queste musiche che il moto eterno del mare ci restituisce abbiamo la sensazione che forse un dialogo è ancora possibile. Un dialogo più profondo, quale solo l’arte dei suoni sa suscitare: quello tra le anime. Grazie alla musica ci accorgiamo che civiltà apparentemente lontane le une dalle altre, addirittura nemiche, sono in realtà straordinariamente vicine, e che la diversità non è necessariamente sinonimo di ostilità.
Ecco allora, un uomo guardare il mare. Il mare azzurro e verde, il mare che sospinge, che culla e accarezza, che squassa le barche e inghiotte i naufraghi. Al di là dell’orizzonte c’è la terra in cui è nato. E da quella terra, un giorno, è dovuto fuggire, affdando al mare la propria vita. Ora è al sicuro, ma metà del suo cuore è rimasta laggiù. Sulla riva opposta un altro uomo scruta l’orizzonte. Aspettando di partire, sogna il momento in cui riabbraccerà il fratello e immagina un futuro migliore. Saprà il mare mostrarsi benevolo anche con lui?
Tra sponde lontane, come se non si fossero mai separati, i due fratelli continuano a parlarsi in un codice strano e segreto, impastato di parole e di musica. Affiorano i canti di tradizioni secolari, echi di popoli lontani che grazie al mare si sono incontrati. Musiche illustri, altre dimenticate e sottovalutate a causa di origini incerte: danze, preghiere, canzoni, ninne nanne e lamenti in cui si esprime un’umanità molteplice che soffre e ama, che suda e gioisce, che piange e spera. A poco a poco i due fratelli scoprono che la loro odissea ripete quella di uomini e donne di ieri, di oggi, di sempre, i quali, in fuga dalla miseria e dalla guerra, alle onde del mare hanno affidato la propria vita.
Info biglietti (15 euro platea, 10 euro galleria) Amici della Musica (099.730.39.72).
Il Giovanni Paisiello Festival è sostenuto da Ministero per i Beni e le Attività Culturali, dall’assessorato all’Industria Turistica e Culturale della Regione Puglia, dal Fondo speciale Custodiamo la Cultura della stessa Regione Puglia e del Teatro pubblico pugliese, dal Comune di Taranto, e con i contributi degli sponsor Ivis Live Your Vision e Conad.