«Forza Domenico. Non mollare». Al «piccolo Zidane» Martimucci, gravemente ferito nell’attentato di una settimana fa ad Altamura, il mondo del calcio dedica messaggi di affetto e di incoraggiamento alla famiglia. Selfie e video arrivano anche dai protagonisti della serie A per il 26enne centrocampista, in forza al Castellaneta in Eccellenza.
«Domy» si aggrappa alla vita con tutte le sue forze. Le condizioni sono sempre critiche, stazionarie, in un’altalena tra angoscia e speranze, lacrime e timidi sorrisi per minimi miglioramenti, anche se in un quadro clinico molto complesso. Il ragazzo è ancora in coma indotto (farmacologico). I medici non si pronunciano, non sono in grado di dire alcunché. La situazione è stata stabilizzata con un delicato intervento neurochirurgico al Policlinico per rimuovere le schegge di metallo ed altri materiali che hanno investito Martimucci proprio alla testa. Domenico sta lottando.
Era con amici. Giocava a carte per trascorrere un po’ di tempo dopo aver visto un match di calcio alla sala giochi «Green Table» (sotto sequestro). Poi, l’esplosione. Qualcuno ha collocato una bomba di fabbricazione artigianale e ad alto potenziale nella parte retrostante del locale, in via Ofanto. Gli attentatori sapevano che il locale era pieno. L’ordigno è esploso in corrispondenza di una vetrata antisfondamento che coincideva con la stanza dove Martimucci era insieme ad altri coetanei: una tempesta di schegge e detriti li ha travolti. Anche un altro giovane, Francesco Fiore, è in prognosi riservata all’Ospedale della Murgia, non in pericolo di vita ma con gravi lesioni ad organi interni. In tutto sono stati otto i feriti.
Domenico Martimucci è soprannominato «Zidane» per le sue virtù sportive: assist, bel gioco e punizioni. Ha sempre sognato di essere scoperto prima o poi per il grande palcoscenico del calcio. E non ha sempre dato il massimo: Irsinese, Fortis Murgia, Sporting Altamura e da quest’anno Castellaneta. Con la formazione jonica ha segnato anche tre reti. Nello spogliatoio è considerato «un trascinatore». «Ha un sorriso, sempre pronto e cordiale, con cui riesce a infondere entusiasmo e positività ai compagni e, ovviamente, nella vita», dicono quasi all’unisono allenatori e compagni delle varie squadre.
Chiellini, Storari e Marchisio gli hanno fatto forza con un videomessaggio che gira all’impazzata sui telefonini e sulle bacheche di Facebook. Anche Simone Zaza e Benitez sono immortalati con dei cartelli per Domenico Martimucci. Ad Altamura tutte le formazioni calcistiche (e non solo) indossano la maglia «Domy non mollare» prima di giocare. È diventato un simbolo. Perché non è possibile che, in una serata come tante altre, un giovane possa ritrovarsi in fin di vita per un attentato intimidatorio. Forse collegato al racket. Ma si attendono gli sviluppi investigativi. Al momento i colpevoli, sia i mandanti che gli esecutori, non hanno un nome. Ma ad altamura li chiamano già «infami». Lo hanno ribadito nella marcia della legalità di 3-4 mila persone che hanno percorso le strade della città poche ore dopo l’attentato.
Ieri alla parrocchia del Santissimo Redentore c'era anche il vescovo Giovanni Ricchiuti per una veglia di preghiera. Presenti tanti amici del mondo del calcio e dello sport in generale. «Domenico è benvoluto da tutti, ammirato in campo e nella vita di tutti i giorni»”, dice il parroco don Nunzio Falcicchio che parla anche a nome della famiglia. «I genitori e le sorelle prendono forza da tutti questi attestati di amicizia e di incoraggiamento. Ricevono un grande aiuto in questo momento difficile e ringraziano tutti, invitan
Fonte: La gazzetta del Mezzogiorno