“Il dato pubblicato dal Sole 24 ore relativamente alla mancanza di ben 100mila unità sottratte all’industria del turismo nella stagione clou e le ripercussioni che questo ha determinato sui ricavi della ristorazione (circa il 30% in meno) sono preoccupanti e richiedono una riflessione attenta”. Francesca Intermite, Presidente di CasaImpresa interviene nuovamente sull’argomento.
“Abbiamo cercato di richiamare l’attenzione su questo aspetto già a inizio estate, sottolineando la necessità che per esempio venissero introdotti dei meccanismi per controllare che il reddito di cittadinanza non diventi uno strumento per ottenere reddito, stando comodamente a casa pur avendo occasioni di lavoro, puntualmente rifiutate”.
“Certamente ad influire sulla carenza di personale sono molteplici fattori, come gli effetti di un periodo lungo di chiusure dei pubblici esercizi, dettate dalla pandemia, che ha disperso le professionalità costrette a ripiegare in altri settori, o l’impossibilità per lavoratori provenienti da alcuni Paesi di raggiungere l’Italia. Ma, detto ciò, per quel che riguarda i lavoratori italiani, siamo sicuri che sia determinante una sbagliata concezione dello strumento a sostegno del reddito, che nasce con le migliori intenzioni ma se non supportato da controlli, diventa quasi un incentivo a non lavorare.
Francesca Intermite passa poi alla proposta: “Un aiuto potrebbe derivare da una risposta mirata a rendere più appetibile il lavoro; mettendo per esempio in campo interventi di una certa consistenza che consentano il taglio del cuneo fiscale, e di conseguenza retribuzioni nette più congrue. Ciò permetterebbe di premiare l'impegno ed il sacrificio dei lavoratori del turismo da una parte e dall’altra fornirebbe agli imprenditori la forza lavoro necessaria a reggere serenamente i ritmi anche in alta stagione”.