Le chiacchiere stanno a zero, l'agricoltura è vitale per il Paese, non può fermarsi. Servono soluzioni di buon senso. Serve concretezza. Occorrono i lavoratori italiani e sono necessari i lavoratori stranieri. Fianco a fianco. Nessuno escluso. «I disoccupati c’erano anche prima del coronavirus, però nessuno si presentava qui a raccogliere i pomodori. La necessità dei lavoratori extracomunitari è preesistente. Se gli italiani sono disponibili, venissero perché è arrivato il momento».
Lavoratori italiani e lavoratori stranieri #regolarizzati, con regolare contratto. «Abbiamo un problema urgente di occupazione: servono circa 200mila lavoratori stagionali per i prossimi mesi, essenziali per la raccolta di frutta, verdura, e per la vendemmia. Per questo abbiamo chiesto una sanatoria degli immigrati irregolari sulla base della legge Bossi-Fini». «Solitamente la raccolta di frutta e verdura viene fatta da lavoratori stagionali che vengono da fuori: romeni, polacchi, albanesi. Persone specializzate, e che finita la stagione tornano nei loro paesi. Ma quest’anno, a causa del Coronovirus, non verranno». «Noi chiediamo una sanatoria ragionata. Facciamo riferimento alla Bossi Fini. Il datore di lavoro fornisce un contratto e un domicilio all’immigrato, poi paga un contributo allo stato e in questo modo si sana la sua posizione. È stata fatta già tre volte in passato. Ma ci sono momenti in cui la politica impazzisce». «Non capisco le resistenze. In questo modo si risolve un problema sanitario, soprattutto in questo momento, perché si evita di avere “fantasmi” che circolano per il paese. Mi sembra una cosa vantaggiosa anche per lo stato che incassa contributi e tasse». «Abbiamo chiesto ai ministri dell’agricoltura e del lavoro di attivarsi affinché i lavoratori italiani che percepiscono ammortizzatori sociali si mettano a disposizione. Facciamo un appello: venite a lavorare da noi. Non si può pensare di vivere di ammortizzatori sociali. Abbiamo anche aperto una piattaforma - Lavora con Agricoltori italiani - per mettere in contatto lavoratori e aziende agricole»