COVID FASE 2: "IL TEMPO DELL’ATTESA TRA DISPERAZIONE E RABBIA"

07/05/2020

Altre due settimane, un tempo infinito dopo poco meno di sessanta giorni di chiusura per l’epidemia Covid 19.
Due settimane in più rispetto a quel 4 maggio, la data che i titolari ed i dipendenti dei negozi di vicinato attendevano per poter finalmente tornare ad alzare le saracinesche delle attività. La notizia che per la ripartenza si dovrà attendere il 18 del mese, se tutto va bene e se non riprendono quota i contagi, è dura da mandar giù perché comunque, come è ormai ben chiaro a tutti, e come dirigenti

ConfcommercioTaranto e commercianti da settimane denunciano attraverso stampa e social, la situazione economica delle imprese del territorio provinciale è devastante. Una crisi senza precedenti, se si esclude il periodo del dopo guerra, che mette al tappeto aziende e
famiglie. “Abbiamo colleghi che hanno problemi familiari e che aiutiamo come possiamo - ci tiene a far sapere un dirigente Confcommercio che desidera mantenere l’anonimato- vi sono piccolissimi commercianti che non possono accedere al prestito bancario perché non hanno i famosi requisiti e che gridano ‘Aiuto’. Gente che dobbiamo proteggere da se stessi e dalle attenzioni di chi sarebbe disposto ad offrirlo a costi elevati quell’aiuto”. Ogni giorno perso da Governo, Regione, banche, enti locali dietro a veti politici, tatticismi, valutazioni, ostacoli burocratici, annunci di risorse da mettere in campo è un tempo sottratto alla speranza, ed alle energie residue. Non si discute neanche più se sia giusto o no accellerare la fase 2 del rientro , probabilmente per alcuni piccoli imprenditori è già tardi, e se non da subito ma nell’arco di qualche mese non vi sarà altra strada che la chiusura dell’attività. Quel che forse non si è capito è che il tempo della attesa per molti è già finito e che l’unica risposta che ci si attende è l’immediato sostegno economico, la liquidità. Le strategie, i ragionamenti, il marketing in questo momento a molti non servono più. La rabbia è tanta e pronta ad esplodere, e forse non lo si è compreso. Confcommercio Taranto fa fatica a mantenere gli equilibri. Il Covid 19 ha ammazzato il commercio al dettaglio, i negozi di vicinato, mentre l’e-commercio proprio in questa occasione ha visto crescere i suoi fatturati. Se poi addirittura accade che si abbiano le prove – che ConfcommercioTaranto divulgherà nelle prossime ore- che vi è un pezzo del commercio ( la grande distribuzione organizzata) a cui ‘sfugge’ che il DPCM vieta la vendita di prodotti non alimentari, ben difficilmente si potrà continuare a voler tenere buoni e tranquilli i commercianti del dettaglio, raccontando come un mantra che: “Nessuno verrà lasciato in dietro e che si sta lavorando”. Due potrebbero essere allora le reazioni: lasciarsi andare alla disperazione o gridare ed andare in piazza, come molti commercianti vorrebbero fare. Innanzitutto che le regole siano rispettate da tutti, piccoli e grandi.