l fico d’India permette di fare una scorpacciata di antiossidanti, ed è inoltre un ottimo frutto depurativo. Tanto che, secondo alcune ricerche, torna utile in caso di postumi da sbornia, perché aiuta a liberarsi dell’intossicazione alcolica. Può rivelarsi astringente se consumato in grandi quantità. Lo si può trovare in tutta la Puglia, come in larga parte del Sud Italia. il cactus da cui nasce il fico d’India non ha origine mediterranea, e nemmeno indiana, nonostante il nome: la sua provenienza è centroamericana. Per la precisione è il Messico la patria del fico d’India, tanto che è raffigurato sulla bandiera dello stato. Lo spinoso cactus mise radici nel bacino Mediterraneo quando i conquistatori spagnoli lo portarono in Europa, diffondendosi anche nel nord Africa e in alcune zona del centro Asia.
I frutti multicolore del fico d’India sono tra i più belli che la natura offra. Arancione, magenta, verde, bianco, giallo, rosso: la polpa può prendere tantissime invitanti sfumature, ognuna indicativa di una maggiore o minore concentrazione di alcune sostanze. Ma in linea di massima possiamo affermare che tutti questi frutti sono ricchi di vitamine, in particolare C. Inoltre, sono noti per l’alto contenuto minerale, soprattutto calcio e fosforo. Il fico d’India permette di fare una scorpacciata di antiossidanti, ed è inoltre un ottimo frutto depurativo. Tanto che, secondo alcune ricerche, torna utile in caso di postumi da sbornia, perché aiuta a liberarsi dell’intossicazione alcolica. Altre particolarità di questo frutto, nota alla tradizione popolare, è che può rivelarsi astringente se consumato in grandi quantità.
Tuttavia anche le pale del cactus stesso, che si chiamano cladodi, hanno dei risvolti legati al benessere e alla cucina. In molti paesi latinoamericani, in particolare il già citato Messico, vengono consumati come verdura, e prendono il nome di nopales. Il succo gelatinoso che contengono è anche un ottimo lenitivo in caso di scottature, e un buon cicatrizzante, capace di stimolare la rigenerazione delle cellule epiteliali. I cladodi si possono anche utilizzare come cataplasma dal potere emolliente. Inoltre, sono ricchi di pectine e mucillagini, che hanno un ottimo effetto sullo stomaco: sono calmanti in caso di dolori e bruciori, e blandamente gastro-protettivi.
Fonte: https://www.stile.it/2019/08/21/fichi-dindia-gusto-e-benessere-id-220802/?fbclid=IwAR15D8k_JgkT12mnFF-aScG3IhxpG7njy3QbSZnuRvtCh-c3cQXLq3Dk_UQ