Pappardella integrale , Cicala di mare , Spuma di mare , Germe di grano tostato , polvere di alga spirulina. Con questi ingredienti, sapientemente miscelati e con il suo piatto dal titolo emblematico:“Iodio”, coniugando i sapori, gli odori e le suggestioni di mare e campagna, con un occhio rivolto al suo territorio d’origine, il giovane chef ginosino Giovanni Gigante, ha conquistato il favore della giuria, tra cui spicca il pluristellato chef Gennaro Esposito del ristorante “ Torre del Saracino“ di Vico Equense ed è arrivato in finale nel prestigioso nazionale “Acqua di Chef” sbaragliando la concorrenza di colleghi, sulla carta, ben più blasonati.
«Costruire e pensare questa creazione culinaria, mi ha riportato alle mie radici, ho rivisto mio nonno, in campagna, impastare le farine integrali e mi sono ispirato con la crusca del forno Bongermino di Laterza. La crusca, oggi, non è assolutamente usata; e viene emarginata per colture di allevamento. Senza contare che è un alimento sano, dal gusto leggero, che conserva intatte le sue pregevoli qualità organolettiche – ci dice Giovanni, vincendo La proverbiale timidezza – per condire le pappardelle fior di grano, ho inseguito le mie emozioni di bambino, quando sulla spiaggia, mia nonna Rosa mi faceva succhiare le cicale di mare. Certi effluvi d’ infanzia ti profumano l’anima per sempre, me li porto dentro come la famosa madlen della scrittore francese Marcel Proust».
Bravo Giovanni, i tuoi piatti, accarezzano il palato, parlando di storia e di affetti profondi. La finale si terrà a gennaio, pandemia permettendo. Facciamo tutti il tifo per te.
M.P.