Bisogna risalire al governo Prodi del 2007 perché ci si sedesse intorno a un tavolo per discutere e approdare alla firma di un verbale d’intesa come quello del 28 settembre scorso.Eppure in questo lasso di tempo ne sono successe di tutti i colori sulle pensioni. Tutte senza uno straccio di concertazione. Ne sono la prova dei provvedimenti presi da Berlusconi e da Monti che hanno fatto e disfatto senza convocare le i sindacati. E sono state decisioni che hanno condizionato pesantemente la vita dei pensionati. Basti pensare all’introduzione dell’aspettativa di vita, alla finestra mobile e alla ricongiunzione onerosa (Berlusconi) o al blocco della rivalutazione e alle regole pesantissime sul pensionamento Monti-Fornero.Oggi entriamo in una fase nuova, con il Governo finalmente si discute, magari partendo da posizioni distanti, alla fine si riesce a condividere un accordo che dopo tanto tempo mette qualche soldo nelle tasche
dei pensionati.
COSA ABBIAMO OTTENUTO:
Estensione e aumento della quattordicesima Circa 1 milione e 200 mila pensionati con redditi mensili fino a mille euro potranno beneficiare perla prima volta dell’assegno aggiuntivo. Gli altri 2 milioni di pensionati con redditi fino a 750 euro, che già ricevono la quattordicesima avranno un aumento del 30%.No tax area per tutti i pensionati La no tax area sarà portata a 8125 euro per tutti i pensionati. Sarà così equiparata a i lavoratori dipendenti. I pensionati sino a questa soglia saranno esenti da tasse nazionali e locali.
Pensioni rivalutate Dal 2019 si ritorna al meccanismo di rivalutazione delle pensioni antecedente a quello Monti-Fornero che consente una maggiore tutela del potere d’acquisto.
Vincenzo Caldarulo coordinatore Ambito 1 Spi-Cgil