Un paese intero si è stretto attorno alla famiglia del dottor Ranaldo nel momento dell’estremo commiato, in una parrocchia di San Martino gremita, incurante della calura, in cui ognuno lo ha salutato in silenzio, ciascuno con un proprio ricordo, condiviso, o serbatoio nel cuore, per un Uomo che fu, Sindaco, ma supertutto Medico, di un’intera comunità.
Il dolore composto dei figli, della moglie, ma soprattutto dei nipoti, di quelle giovani generazioni a cui lui teneva tanto, diceva più di ogni parola, chi è, chi è stato e chi sempre sarà il dottor Pio Franco Ranaldo, nel cuore dei ginosini e di chiunque lo abbia realmente conosciuto.
Accanto all’altare, simbolo di quella ricerca spirituale, che nel dottore si faceva intima coscienza di ciò che si è e di ciò che si fa, prossimo per gli altri, spiccava il gonfalone del Comune di Ginosa, rigorosamente listato a lutto e retto da guardie municipali giovani, ma visibilmente commosse, in un’alta uniforme, forse in quell’occasione, appariva più pesante da portare.
A salutarlo, c’erano tutti, amici ed avversari, che ne hanno da sempre riconosciuto il valore e lo spessore umano, ideale e professionale.
Dopo la cerimonia religiosa, con il Vangelo di Maria Maddalena, donna, che per prima, incontra il Signore risorto, quasi inconsciamente a rimarcare, come proprio le donne a cominciare dalla madre Nicolina, da lui letteralmente venerata, a finire alla moglie e alle figlie, abbiano segnato l’esistenza del dottore, le parole più toccanti sono state sicuramente quelle pronunciate sommessamente, dal nipote Riccardo, che ne ha ricordato quasi con ritrosia, proprio quella che si deve ad una persona schiva, come il dottore era, con un forte senso del dovere, il grande insegnamento e la grande eredità, che Pio Franco Ranaldo ci lascia, soprattutto facendoci, tutti, persone più mature e più consapevoli.
Qualcuno si sarebbe aspettato parole di commiato da parte del sindaco. Ma, per una volta, mi sento di condividere il suo silenzio, come segno di profondo rispetto per il dolore e per la perdita di un Uomo, che pur negli immancabili errori, ha segnato un’epoca e una comunità.
Quello del sindaco Parisi, è lo stesso silenzio, che noi, gente comune, dovremmo sempre tributare ai Grandi. Con l’umiltà di ascoltare, quello che sempre avranno da dirci. Anche quando se ne vanno.
M.P