Il sindaco Decaro insultato da una cittadina su Fb:"La donna gli chiede scusa"

10/02/2021

Il sindaco di Bari Antonio Decaro, dopo essere stato insultato su Facebook da una cittadina, decide di denunciarla , il primo cittadino ieri, attraverso un post sui social, ha rinunciato ad andare avanti con la querela.
La donna, in un messaggio privato, gli ha chiesto scusa: 


"Non sarà una tastiera a renderci più forti o a darci ragione. -Commenta Decaro-

Capita spesso, anche su questa bacheca di leggere insulti, offese, illazioni, allusioni a reati, minacce di violenza e parolacce.

È accaduto nei miei confronti, perché faccio il sindaco e qualcuno crede che contro il sindaco si possa dire qualsiasi cosa. Ma così non è.

Prima di tutto perché, nonostante le mie "spalle larghe", sono pur sempre un uomo, e certe cose, credetemi, feriscono nel profondo. E in secondo luogo perché, in quanto responsabile di una comunità, ho il dovere di interrompere sul nascere situazioni che generano violenza, seppure soltanto verbale.

Mi è successo qualche giorno fa con una signora che me ne ha dette di tutti i colori compresi insulti e allusioni a un ipotetico mio coinvolgimento in una compravendita di voti. A quel punto ho annunciato alla signora in questione l’intenzione di querelarla per quanto scritto. In privato la signora mi ha chiesto scusa, adducendo come giustificazione di quel comportamento un momento di difficoltà personale.

Non andrò avanti con la querela ma vorrei che la signora e tutti gli altri cittadini che si sentono liberi di scrivere le peggiori offese su un social network si fermassero a pensare a cosa succede nella vita di chi riceve quegli insulti. A volte ci sono situazioni di fragilità, adolescenti, famiglie che ne soffrono.

Oggi, 9 febbraio, è la Giornata mondiale per la sicurezza in Rete. Facciamo uno sforzo tutti insieme. Proviamo a contare fino a 10 prima di scrivere un post, un commento un pensiero e cerchiamo di usare questo strumento così utile e importante per noi, con più rispetto verso noi stessi e verso la vita degli altri."