“Ho scritto al Prefetto Cafagna - dichiara il sindaco di Ginosa - per comunicare l’adesione allo SPRAR (Sistema di Protezione Richiedenti Asilo e Rifugiati) e dare avvio ad un percorso che sia sostenibile per la nostra comunità. Come già accaduto in diverse altre realtà, l’attivazione di questo strumento impedisce la degenerazione del fenomeno dell’accoglienza e permette invece la riduzione del numero di migranti da gestire sul territorio, evitando così scenari ghettizzanti. Vogliamo scongiurare il rischio di subire una imposizione da parte della Prefettura e dunque del Governo centrale che procederebbe con l’apertura di CAS gestiti da privati nelle nostre comunità. Una modalità, questa, che rischia di dar vita ad un fenomeno incontrollato.” “Nel corso dei tavoli tecnici convocati in Prefettura a Taranto per discutere della questione, la nostra Amministrazione aveva ribadito come le tensioni sociali sul territorio ginosino
fossero già troppo accentuate per poter garantire l’accoglienza. Tuttavia, se anche al Comune di Ginosa, come a tutti i comuni italiani, il Governo imporrà di farsi carico di accogliere una piccola quota di migranti proporzionali alla popolazione residente, preferiamo
che la gestione dell’accoglienza sia nelle mani del Comune. Per questo, attraverso una Delibera di Giunta già inoltrata al Prefetto abbiamo manifestato la nostra volontà di aderire al sistema SPRAR che ci permetterebbe di realizzare insieme ai nostri cittadini, un progetto di accoglienza diffusa di un piccolo numero di migranti che non dovrà superare il limite di 80 unità. Il progetto di accoglienza sarebbe a costo zero per i ginosini, con coperture finanziarie trasferite dal Governo Centrale tramite le Prefetture unicamente per questo scopo.” “Non vogliamo nascondere la testa sotto la sabbia e lasciare gestire il fenomeno ai privati - conclude Parisi - Il fenomeno esiste e siamo obbligati ad affrontarlo e dobbiamo farlo attraverso una serie di incontri pubblici che partiranno a breve. Avere un progetto distribuito su tutto il territorio che coinvolga le scuole, le forze dell’ordine e le associazioni umanitarie, significa fare delle vere politiche di integrazione.” “Per troppo tempo la politica ha voltato le spalle ai problemi, ignorandoli come se non esistessero, salvo poi venirne travolti quando ormai era troppo tardi. Laddove altre realtà hanno accumulato in grandi centri migliaia di migranti e lucrato sulla pelle di esseri umani, la nostra comunità grazie ai suoi valori potrà diventare un esempio virtuoso di solidarietà dimostrando come sia possibile, attraverso un progetto di accoglienza diffusa e partecipata nel territorio, e non impattante, trasformare la diversità di cultura in una ricchezza per tutti. Il nostro è un approccio coraggioso, che vuole affrontare di petto il fenomeno, in modo che
questa volta sia gestito e non subíto.”