Le imprese condotte da donne sono in crescita. Taranto, rispetto al contesto pugliese, presenta il suo miglior valore assoluto (18% rispetto al 22,6% della Puglia).
Dal 2018, secondo Unioncamere, alla guida delle imprese italiane le donne aumentano, ma non sfondano; 2,5 milioni di cariche sono occupate da donne, ma nelle stanze dei bottoni, sebbene in crescita, rappresentano solo il 25% dei 3milioni e 900mila amministratori d’impresa esistenti.
Il 60% delle imprenditrici è attivo nel terziario; il 35,8% nei servizi. In un momento di crisi generale, la presenza femminile è in crescita nel turismo (16%), nell’alloggio e nella ristorazione, nei servizi avanzati e nel commercio (45%). Al Sud Italia sono attive nel terziario il 36% delle donne. Nella sanità e nella assistenza registriamo un + 59%.
Un numero piú alto di imprenditrici straniere dimostra che il fare impresa è anche un importante fattore di inclusione socio-lavorativa. Si fa sentire inoltre il bisogno di introdurre strumenti utili a rendere piú semplice conciliare famiglia e lavoro: la quota di imprenditrici con figli passa dal 56,4% dal 2010 al 66,2 % del 2015.
I dati dunque testimoniano un buono stato di salute dell’impresa femminile, che presenta una capacità di presidiare aree di mercato che si innovano, ma al tempo stesso mantengono un legame strettissimo con i territori, con la storia e le tradizioni. Questo al Sud, in Puglia, ed a Taranto, assume un impatto particolare.
Da qui bisogna partire e,
come Presidente di Casa Impresa, ritengo ci siano tutte le carte in regola per costruire una nuova “VISION” dell’impresa. Auspichiamo quindi un profondo mutamento culturale perché in ogni settore la componente femminile possa, con la sua sensibilità e la storica capacità di gestire e conciliare più aspetti della vita, portare il suo decisivo contributo in un momento di grave crisi economica del Paese. Questo affinché davvero possa realizzarsi una democrazia paritaria.