Laterza- riflessioni di una libraia:" Il Virus dalla rossa corona"

14/04/2020

Invisibile. Silenzioso. Inodore.
Giunse dal Nulla, sulla terra, biascicando in una lingua antica, sconosciuta ai Popoli, alla Scienza, anche alle Pietre.
E divenne l'Untore. Colui che, oggi, siede a tavola con Belzebù e bacia gli Innocenti a tradimento come Giuda.
È uguale al Buio Pesto, ma non veste di Nero. Non è compagna dei moribondi né la boccata d'aria di chi la morte la
cerca costantemente. Entra, colpisce, porta via. E fa grazie quando capita, poiché tra ricchi e poveri, tra buoni e cattivi,
Lui, la Cellula dalla Rossa Corona, guarda in faccia a nessuno. Siamo semplicemente esche appese alla sua canna, tutti uguali per razza, per colore, per età. Tutti quanti insani per qualcosa, corrotti per qualcuno, overdosati e affamati, a bocca piena.
Dove sono finiti, i Sogni? Gli occhi pieni di stelle?
Quelli che ci credevano, li hanno abbandonati.
Quelli incapaci di possederne uno, hanno smarrito il Senso della Vita, il Principio del Bene Comune.
Li hanno giudicati inutili, i Sogni a Grandi Vele, e li hanno tolti ai bambini, fabbricando per loro una Società Consumistica, che rinnega Babbo Natale e tratta le Favole come carta straccia.
Ed è proprio da qui, dal Polmone amaramente svezzato dei Sogni, che ha avuto origine la Nostra Discesa.
Il Mondo, sempre a colori, è stato abitato con la frenesia di chi ha nulla da perdere e niente da guadagnare. Distratti dalla vile materia, abbagliati dal consumismo e dall'egoismo di massa, gli uomini l'hanno attraversato in lungo e in largo, ponendo al di sopra del rispetto civile, una sterile cinematografia in bianco e nero. Cosa cercavamo che già non ci appartenesse? Soldi? Sesso sfrenato? Nuove droghe da sniffare? Il brivido dell'adrenalina? Eravamo ad un passo dal baratro, inebetiti dal Potere e dal Pericolo, e non ci siamo fermati. Così, mentre il Mondo ruotava, noi regredivamo inevitabilmente. Ho bisogno di avere un Dio che mi domini dall'alto? Cosa mi ha dato che non sia il frutto dei miei studi, della mia perseveranza, della mia ambizione? Dovrei pregare un tizio che non posso vedere e che permette alla gente di morire ingiustamente? Quelle robe astratte sul Paradiso e l'Inferno, le assoluzioni e le
punizioni...vanno bene ai creduloni. Io decido. Io faccio. Io resto. Io sbaglio.
Abbiamo riappeso Cristo al Muro, affondando la Fede, perché ci siamo illusi di poterci autogovernare e auto-rimedicare. Perché ci siamo illusi di bastare all'Universo intero. Noi, fautori di una legge personalizzata, con le mani dell'Arbitrio, scrittori
di regole di vita, sancite però sulla pelle dei deboli. Abbiamo cercato di vincere facile, alla maniera dei vigliacchi.
Ma cosa siamo, oggi, privati di Dio?
Migliori? Peggiori?
Poi, non ancora paghi, abbiamo scalzato l'Amore.
Lo stesso Amore che era compagno della nostra civiltà, lo stesso Amore, che era lo Sposo diretto dei Sogni.
Abbiamo svilito la Famiglia, deriso la fedeltà, incrementato l'adulterio.
Abbiamo aperto in due la Pancia della Natura e razziato la sua magnifica biodiversità.
Nessuno, ha chiesto il permesso. Dove sono volate le Farfalle? I Cespugli zeppi di coccinelle e di lucciole?
Spazzati via dagli anni, mischiati ed esacerbati dalle Casse dell'Abbondanza. 
Nulla ci è più bastato.

Noi. Uomini. Sempre a giudicare. Sempre a sputare veleno.
Incapaci di migliorare.
Apatici e mascherati da Pirandello, alla ricerca morbosa di non so che. Troppo impelagati a circumnavigare fra le Metropoli dello Stress per comprendere che, ormai, il Male ci stava consumando da dentro. Troppo superficiali per ragionare, per assumerci delle responsabilità. Noi, baccanti senza gloria, artefatti e clonati, privi di calore e del pensiero libero, ci siamo messi volontariamente a digiuno di bellezze, preferendo la disonestà all'etica morale, la rabbia alla diplomazia, la distruzione alla costruzione.
Ci è mancato il Tempo.
Il Democratico per eccellenza.
Non ho tempo per starti dietro. Non ho tempo per i Figli, per capirti, per accudirti. Non ho tempo per esserti fedele.”
“ Non ho tempo oggi, non avrò tempo domani. Siamo diventati dei click, tanti bottoni da spegnere e da riaccendere, al
bisogno. Dipendenti dalla Fama, drogati dai Like, riciclati come si riciclano le pile di un vecchio stereo.
Dietro lo schermo, abbiamo rovesciato metà dell'esistenza e ci siamo violati tra di noi, fino a toccare il fondo.
Potevamo evitarlo. Potevamo risalire. Invece, ci siamo ridotti a grattarlo, quel fondo.
E dal Kaos di una Terra in Rivolta, è nato Lui. Il Mostro che ci fa paura. Qualcosa che non possiamo guardare perché non ha faccia, qualcosa che non siamo in grado di affrontare. Qualcosa che ci spaventa, che ci costringe ad azioni disperate, e che, per una strana Legge del Contrappasso, ci sta facendo riscoprire l'umanità, l'epidermide del dolore, l'essere nudi e crudi dinanzi a ciò che, improvvisamente, il Destino ha deciso di toglierci. Il mostro che si limita a sfondarcela, la porta, e che, a ben guardare, un
po’ ci somiglia.
Violento, eccessivo, febbrile.
Si adatta al cambiamento e vive in comunità, sulle bocche, sugli occhi, sotto ai polpastrelli della gente, credendosi inespugnabile.
Lui passerà.
Passerà come passano le canzoni, come passano le malattie.
Passerà, come passano le burrasche, lasciando detriti e carcasse di navi intorno.
Ma, se disgraziatamente, alla fine di questa brutta storia, dovessimo ritornare ciechi e folli, non ci basterà la Scienza, a nulla serviranno i Papi e le Preghiere, i Carri da Guerra e i Decreti. Ritornerà il Kaos, dalle viscere della Terra. Farà Rumore. Sarà indiavolato.
E ci si scaglierà contro, senza ulteriori proroghe.
...
Riprendiamoci per mano e ricominciamo daccapo, prima che sia tardi.
Riscopriamo le Emozioni, la Nostra Essenza Umana.
Perché andrà tutto bene, soltanto quando avremo riportato il Cuore in Cima alle Nostre Priorità e liberato l'Ultimo Cristo dalla sua Croce.
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Marilena Frigiola (in arte, Alexandra Borgia)