M5S Marco Galante: " Caporalato, ogni anno nelle campagne pugliesi si muore di lavoro. La politica deve intervenire ,

La politica deve intervenire concretamente per arginare il fenomeno.

11/09/2015

I numeri impressionanti del “caporalato” dimostrano che è un fenomeno complesso e malgestito. In Italia ogni anno vengono sottomesse ai caporali circa 400 mila persone e solo nei campi pugliesi vengono sfruttate circa 40 mila donne braccianti. Inoltre la stagione estiva dell’agricoltura pugliese è stata segnata dalle troppe morti bianche, solo per citarne qualcuna: Paola Clemente (49 anni), Arcangelo De Marco (42 anni), entrambi della Provincia di Taranto, o Mohamed (47 anni) sudanese a Nardò, tutti stroncati da malore mentre lavoravano irregolarmente sotto il caldo torrido.

Il consigliere Marco Galante (M5S) di Ginosa, centro in cui il “caporalato” sfrutta lavoratori stranieri, dopo aver partecipato al consiglio comunale monotematico a San Giorgio Jonico, al quale anche hanno preso parte l’assessore regionale al Lavoro, Sebastiano Leo e i deputati Donatella Duranti, Gianfranco Chiarelli e Ludovico Vico, dichiara: “La vera difficoltà è perseguire chi commette il reato di "Intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro caporalato" inserito nel codice penale solo nel 2011. Il fenomeno deve essere affrontato olisticamente, poiché è indice di infiltrazioni criminali nel settore agricolo; le agromafie in Italia - continua Galante - hanno un volume di affari annuale compreso tra i 12 e i 17 miliardi di euro, pertanto la normativa vigente risulta inefficace dato che i lavoratori sono impossibilitati a denunciare chi li sfrutta”.

Oscura è anche la vicenda del giovane bracciante agricolo disperso tra le campagne foggiane così come denunciato dal Flai-Cgil Puglia. Del giovane del Mali non si ha nessuna notizia e del suo cadavere non c’è traccia negli obitori della zona. “In merito a queste vicende abbiamo ascoltato in Commissione Sanità, mercoledì 8 settembre, i dirigenti della A.O.U. Ospedale Riuniti di Foggia” - sottolinea Galante -. “Hanno dato dei chiarimenti sull’accesso al pronto soccorso e il successivo ricovero del ragazzo maliano, ma purtroppo dopo le dimissioni nulla si sa della sua sorte”.

Conclude il pentastellato tarantino: “All’insaprimento delle pene devono corrispondere controlli incrociati tra produzione dell'azienda agricola, reale fabbisogno della manodopera e contributi versati ed inoltre bisogna valutare l'opportunità di prevedere incentivi per abbassare il costo del lavoro, disincentivando il lavoro nero. Per far questo serve un sforzo da parte delle istituzioni nazionali e locali, delle imprese agricole e delle parti sociali di tutto Mezzogiorno. Il “caporalato” è una piaga sociale da sconfiggere in tempi brevi perché offende la dignità degli esseri umani che lavorano e vivono nel nostro Paese”.