In data odierna, a conclusione di indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia presso la procura della Repubblica di Potenza in costante coordinamento con la Direzione Nazionale Antimafia ( che ha garantito la costante applicazione del Magistrato di collegamento alle indagini in corso) e condotte dai Carabinieri e dai Finanzieri delle rispettive Compagnie di Policoro, è stata data esecuzione ad una ordinanza di misura cautelare personale, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Potenza, nei confronti di 24 indagati ritenuti responsabili di aver fatto parte, a vario titolo, di un’associazione dedita al traffico ed allo spaccio di sostanze stupefacenti, operante in diversi comuni della provincia di Matera (Policoro, Scanzano Jonico, Colobraro, Valsinni, Bernalda e Tursi) nonché di reati di estorsione , incendio trasferimento fraudolento di valori, autoriciclaggio ed impiego di denaro di provenienza illecita.
Tra gli arresti, 12 sono stati associati presso diverse Case Circondariali ed altri 6 sono stati sottoposti agli arresti domiciliari; inoltre è stata applicata nei confronti di 6 persone la misura dell’obbligo di dimora nel Comune di residenza.
Le indagini coordinate dalla AG e sviluppate in modo approfondito, completo e professionale dalla indicata polizia giudiziaria, hanno disvelato, in particolare il più raffinato ed insidioso maccanismo di riciclaggio e reimpiego di denaro di provenienza illecita (e segnatamente dal narcotraffico anche di livello internazionale) per milioni e milioni di euro, in attività produttive che, nel settore agricolo, si era mai potuto constatare in Basilicata.
Il territorio interessato è quello della fascia Jonica lucana ed il primo passaggio investigativo è rappresentato dalla individuazione della vasta attività di traffico di stupefacenti e dei componenti del sodalizio che gestiva il traffico di droga. Di seguito, si è individuato il canale di riciclaggio del denaro sporco reinvestito nell’azienda di un noto imprenditore agricolo, fra le più importanti del materano che nel giro di pochi anni grazie agli apporti di capitali illeciti garantiti dai partners criminali è divenuta una realtà economica di rilevatissimo rilievo. In particolare, l’organizzazione gestiva diverse piazze di spaccio assegnate a membri del gruppo.
Diversi i canali di approvvigionamento del sodalizio (Puglia, Calabria, Campania ed Albania), ma anche da produzione in proprio attraverso la coltivazione dei vasti appezzamenti su cui veniva impiantata cannabis..
I reati contestati sono: associazione finalizzata al traffico ed allo spaccio di sostanze stupefacenti, estorsione, trasferimento fraudolento di valori, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita e autoriciclaggio, incendio, induzione a rendere dichiarazioni mendaci.
l’ufficio di Procura ha anche contestato il reato di associazione mafiosa, che tuttavia non è stato ritenuto assistito da gravi indizi dal Gip di Potenza.
I tipi di droga maggiormente commercializzati dal sodalizio sono risultati essere cocaina, marijuana e hashish.
nel corso dell’attività di indagine sono sati complessivamente sottoposti a sequestro, in diversi momenti, circa 7 kg di marijuana, 230 gr. di cocaina e 640 gr di hashish, nonché di un’area di 10.000 mq adibita alla coltivazione di marijuana con circa 1000 piante di cannabis a dimora e 300 essiccate.
Le indagini sono tuttora in corso e suscettibili di ulteriori sviluppi.