La scelta di aiutare la Tunisia attraverso l’importazione di 35mila tonnellate di olio senza dazio è un boccone troppo amaro per i produttori olivicoli, convinti che la scelta europea avvantaggerà solo gli speculatori, favorendo la macchina della contraffazione.
Da questo punto di vista, però, l’Italia si sta già organizzando per contrastare eventuali frodi che si dovessero verificare. «Sicuramente la domanda di Made in Italy è forte e in crescita, ciò significa che aumenteremo ancora di più i controlli, stringeremo le maglie per contrastare i fenomeni fraudolenti» ha affermato il colonnello, responsabile del nucleo agroalimentare del Corpo Forestale dello Stato, a margine di un dibattito sull’olio. «Ormai sono anni che ci occupiamo di questo settore - spiega - nelle ultime indagini che abbiamo portato avanti, anche a Bari con la Direzione distrettuale antimafia, abbiamo messo in campo nuovi sistemi di indagine, utilizziamo il Dna per riconoscere le varietà. Rispetto a 6-7 anni fa siamo molto più forti dal punto di vista dell’indagine e del contrasto alla contraffazione». Chi produce olio extravergine e olio vergine continua a prendersela con gli europarlamentari che hanno votato a favore del provvedimento pro-Tunisia. «Con questa decisione hanno sacrificato il nostro prodotto, aiutano loro ma fanno morire noi, questa è la logica messa in campo - ribadisce il , presidente dell’Oleificio Cooperativo della Riforma Fondiaria di Leverano, che ha al suo attivo mille soci -. Abbiamo i silos pieni di olio extravergine e vergine, ma ora non lo comprerà nessuno. D’altro canto perché dovrebbero acquistare un prodotto che costa sul mercato c’è olio a basso prezzo? Far arrivare 35mila tonnellate di olio senza alcun dazio significa affondare le nostre imprese, perché il costo scenderà vertiginosamente. In questi giorni ho visto anche che sulla televisione di Stato passa continuamente uno spot che pubblicizza l’olio di palma, allora di che parliamo? Mi aspetterei una massiccia campagna dedicata l nostro extravergine, ma se aiutiamo la Tunisia e pubblicizziamo l’olio di palma come possiamo pensare di sopravvivere?». Il presidente denuncia anche le frodi con il lampante. «L’olio lampante, anche quello che produciamo noi, se misura oltre i due gradi di acidità, per legge, non è commestibile, però i grossi imbottigliatori lo comprano, lo raffinano e lo vendono come extravergine a 2 euro e 50. Con tutto questo carico di olio tunisino la strada alle contraffazioni diventa tutta in discesa».<HS>
Contro le frodi ci saranno le sentinelle nei porti pugliesi. Un’iniziativa lanciata da Coldiretti per frenare un mercato sempre più fiorente.
Sulla stessa lunghezza d’onda, è il rappresentate dei frantoi di Caprarica, in provincia di Lecce: «La scelta Europa aiuterà chi imbroglia, sicuramente non sarà di aiuto a produttori tunisino. È giusto aiutare un Paese in difficoltà, ma senza danneggiare noi, perché le 35mila tonnellate di olio tunisino incrementeranno il mercato delle frodi».
Fonte: Quotidiano di Puglia