Sono 112.890 in Puglia i lavoratori dell’agricoltura (l’11,9% dei 950.143 lavoratori occupati nelle imprese pugliesi di ogni settore). Il comparto primario pugliese è in assoluto la prima ‘industria’ della regione: dà più lavoro di quanto ne diano l’Ilva, la Fiat e ogni altra grande impresa o multinazionale attiva in Puglia. I dati, aggiornati al 31 marzo 2021, sono stati elaborati per CIA Agricoltori Italiani della Puglia dall’Osservatorio Economico di Davide Stasi.
Un settore, quello agricolo, che non si ferma mai, semplicemente perché non può: le colture, le fasi di coltivazione, i periodici e differenti periodi di raccolta, così come la cura degli animali e la preparazione dei prodotti per la consegna, la trasformazione e la distribuzione sul territorio nazionale e all’estero impongono un ciclo continuo che non si fermerà nemmeno il primo maggio.
«La festa dei lavoratori è un momento che impone riflessioni non banali che rifuggano retorica e ipocrisie – ha dichiarato Raffaele Carrabba, presidente di CIA Agricoltori Italiani della Puglia – La stragrande maggioranza delle 77.207 imprese agricole pugliesi produce lavoro rispettando le regole, i contratti e i sacrosanti diritti di donne e uomini che lavorano fianco a fianco con gli imprenditori, nei campi, negli allevamenti, nelle serre».
«L’agricoltura non è il settore del caporalato, ma il comparto all’interno del quale si realizza quell’integrazione dei nuovi italiani sulla quale andrebbero spese meno parole e concretizzati più fatti da parte della politica» – ha affermato il presidente di CIA Puglia.
«C’è una quota crescente ma ancora non sufficiente di donne e di giovani tra quei 112.890 lavoratori, così come è rilevante il contributo degli immigrati. A quei numeri, vanno aggiunti i lavoratori e le lavoratrici stagionali. Vogliamo diventare sempre di più il comparto dei diritti. Per fare questo, è fondamentale che le istituzioni, ad ogni livello, s’impegnino con noi per superare i meccanismi perversi che troppo spesso schiacciano il comparto, determinando prezzi iniqui, erodendo il reddito e umiliando la funzione e il lavoro sia degli imprenditori agricoli sia dei lavoratori. Occorre, inoltre, che sulla sicurezza del lavoro agricolo si faccia di più e meglio, aiutando le organizzazioni e gli enti bilaterali a migliorare ulteriormente quanto fatto con buoni risultati negli ultimi anni».
Bari e la Bat, insieme, a marzo 2021 contano 25.597 imprese agricole e 37.945 addetti. La provincia di Foggia, da sola, rappresenta 24.523 aziende del comparto primario e 35.288 dipendenti di settore. Nel Tarantino, in agricoltura sono attive 10.456 imprese che danno lavoro stabile a 15.640 persone. La provincia di Lecce conta 9.264 aziende e 12.036 addetti. Nel Brindisino, 7.366 imprese producono un totale di 11.981 posti di lavoro stabile.
«Stiamo parlando di persone in carne e ossa – ha aggiunto Raffaele Carrabba – di oltre 112mila famiglie il cui reddito dipende in tutto o in buona parte dal lavoro in agricoltura. Un lavoro sempre più spesso qualificato, specialistico, che ha a che fare con la gestione di mezzi, strumentazioni e tecnologie all’avanguardia e del valore di migliaia di euro. Un lavoro che, in maniera crescente, riguarda l’educazione ambientale, il contrasto del disagio, l’integrazione attiva e terapeutica delle persone con handicap, la produzione di agroenergie pulite e rinnovabili, la tutela del paesaggio e della cultura rurali, la sostenibilità, la ricerca applicata per questioni di epocale importanza come il risparmio idrico e l’ottimizzazione della risorsa acqua. L’agricoltura è il primo e il più importante patrimonio culturale, economico e occupazionale della Puglia: difendiamolo, andiamone orgogliosi, sosteniamolo per farlo crescere e per creare più posti di lavoro».