“I prossimi cinque anni saranno quelli ‘decisivi’ per Taranto. La Città dei due Mari si giocherà la partita per l’ingresso al futuro.”
Leonardo Giangrande , presidente provinciale di ConfcommercioTaranto, è dalla parte di quelli che credono che il vento stia per cambiare e che Taranto, dopo un decennio ed oltre di affanni iniziati con il dissesto economico-finanziario e proseguiti con la crisi
dell’Ilva e dell’indotto industriale, abbia le carte in regola per invertire la rotta. “Certo l’inversione di rotta – continua Giangrande- implica un cambio di passo che dipende in parte dalle pur indispensabili risorse economiche, ed in parte dalla adozione di una nuova mentalità, da un ripensamento delle politiche economiche che non possono più essere come nel passato ancorate e dipendenti dalla grande industria.
Il tempo dell’acciaio ha una prospettiva a termine, ma non è ancora concluso. E allora Taranto in questi anni dovrà alacremente lavorare per realizzare e dare concretezza ad un futuro socio-economico che sia realmente, e non solo idealmente, alternativo.
Si deve riconoscere che si sta lavorando alla costruzione di questo cambiamento e che si è impressa una accelerata al Contratto Istituzionale di Sviluppo; risorse per oltre un miliardo di euro consentiranno: la realizzazione di progetti importanti, come ad
esempio la riqualificazione di un’area strategica per il tessuto urbano, la Banchina Torpediniere, destinata certamente a divenire un formidabile attrattore del Borgo di Taranto, o quelli già avviati come la Facoltà di Medicina, o prossimi come l’Ospedale
San Cataldo.
L’auspicio è che Taranto – conclude il presidente di Confcommercio Taranto- sappia davvero cogliere il cambiamento, e che sappia essere vera e duratura Capitale Italiana della Cultura, anche oltre il 2022, non solo per le sue importanti vestigia storiche e di cultura, ma proponendosi come nuovo modello culturale di una città e di una provincia che vuole investire sulla sua ‘bellezza’ e sulle sue risorse (il mare, il patrimonio culturale, il territorio) per attuare la riconversione socio- economica del territorio. Tutto ciò implica anche una nuova mentalità da parte di tutti gli attori, della politica, delle parti sociali, della comunità. In questi giorni captiamo un sano vento di entusiasmo per la candidatura di Taranto ‘Capitale Italiana della Cultura’ che ci piace, speriamo che sia l’inizio di un nuovo
lungo percorso a prescindere dal 2022.”