Sono ben oltre duecento le adesioni alla neonata associazione Casa Impresa, costituita nelle scorse ore. Nel logo, ma non solo, vuole rappresentare un tetto per moltissime realtà di Taranto e provincia, che non hanno trovato finora adeguata rappresentanza. Casa Impresa si propone come spazio di confronto in piena libertà e rispetto delle posizioni di tutti. Questo si evince già dal carattere di provvisorietà delle nomine del primo Consiglio Direttivo.
Presidente: Francesca Intermite, Vice Presidente: Luigi Traetta, Segretario: Pietro Giovanni Laterza, Tesoriere: Anna Zella.
Un contenitore che ha in sé quattro macroaree: Turismo, Servizi, Commercio e Professioni, all’interno delle quali figurano macellerie, librerie, negozi di abbigliamento, oreficerie, bar, ristoranti, b&b, ma anche guide turistiche, professionisti, agenti di commercio, immobiliari e assicurativi, nonché società che offrono servizi socio-sanitari e servizi alle imprese.
La sede dell’associazione è stata fissata in via Dante 236, 1•piano a Taranto. Nelle prossime settimane verranno costituite le Delegazioni territoriali e individuati i rappresentanti per ciascuna categoria, avviando le fasi di confronto con le istituzioni.
“Qui tutti i soci avranno modo di condividere le proprie idee, ma anche le proprie preoccupazioni, e sapranno di poter contare sulla condivisione, sul gioco di squadra e sulla voglia di risolvere insieme le eventuali criticità che si possono incontrare nel quotidiano operare. Nessuna struttura gerarchica decisa una volta per tutte, ma dialogo aperto, franco e costante”. Così la Presidente Francesca Intermite che illustra entusiasta lo spirito con cui nasce Casa Impresa. “Una visione partecipata, un’idea di insieme, entusiamo, vitalità: sono tutti fattori che hanno contagiato anche chi non ha mai creduto finora nello strumento associativo, e quindi non ha mai scelto di farne parte. Oggi Casa Impresa è, per tutti coloro che si avvicinano per la prima volta a questa esperienza, un’occasione per incontrarsi nella costruzione di una realtà che vuole realizzare il bene comune degli associati certamente, ma che vuole anche creare benessere per il territorio. Noi che proveniamo da un’altra esperienza invece, partiamo dal rifiuto di una struttura pachidermica seduta su logiche del passato e imposta agli associati, per andare oltre e pensare ad una associazione apartitica e apolitica che incarni la frase di Giorgio Gaber: “Libertà è partecipazione”.