TARANTO, LA RICERCA CONFERMA: I VENTI DELL’ILVA UCCIDONO. GALANTE (M5S): “ATTIVARE SUBITO UN PIANO DI PREVENZIONE”

24/06/2016

Una ricerca condotta dal “Centro Salute e Ambiente” ha confermato l’aumento della mortalità per cause cardiovascolari, cardiache, e respiratoria nel quartiere Tamburi in corrispondenza dei giorni immediatamente successivi ai “wind-days”, ossia giorni in cui il forte vento proveniente dall’area industriale di Taranto genera una maggiore dispersione delle polveri inquinanti (IPA, PM10).

Ora che abbiamo l’ennesima evidenza scientifica della correlazione tra emissioni dell’Ilva e danni alla salute dei cittadini – afferma il consigliere regionale M5S, Marco Galante – ci chiediamo cosa aspettino ancora gli enti competenti, ASL, ARPA e la Regione ad attivare una adeguato piano di prevenzione per tutelare la salute dei cittadini e a potenziare la rete di assistenza oncologica”.

Le evidenze scientifiche, infatti, sono ulteriormente confermate dall’aggiornamento 2016 dei dati del Registro Tumori della ASL di Taranto, dai quali si evincono tassi elevati di tumori soprattutto nei territori di Taranto e Statte. Inoltre, l’aggiornamento a maggio 2016 del Rapporto di mortalità per causa nella Provincia di Taranto ha evidenziato l’interessamento del comune capoluogo in eccesso rispetto allo standard provinciale per tutte le cause.

A fronte di questi dati allarmanti, - prosegue il Consigliere Galante – ci chiediamo che senso abbia l’ennesimo decreto Ilva, il decimo, emanato dal Governo. Che l’estensione dell’immunità penale ed amministrativa ai nuovi acquirenti, e non solo agli amministratori straordinari e loro delegati, sia frutto della consapevolezza della correlazione tra questi dati e l’emissione di particelle pericolose per la salute dei i cittadini tarantini? Inoltre, il decreto sembra solo preoccuparsi di accelerare e facilitare le procedure di cessione dello stabilimento siderurgico ai privati; prevede un’ulteriore proroga dei termini per l’applicazione dell’AIA, la restituzione del prestito di 300 milioni di euro a carico dell’amministrazione straordinaria e non dei nuovi acquirenti e dimentica, però, di dare la giusta priorità ad altri fattori, non legati alla sfera economica, bensì alla tutela della salute e dell’ambiente. Il decreto prevede, inoltre, che il piano ambientale di risanamento dell’Ilva potrà essere modificato e integrato dai nuovi acquirenti ma non sulla base dellanormativa e delle prescrizioni ambientali, ma sul modello di produzione che si intenderà scegliere! Ricordiamo, infine- conclude il Consigliere pentastellato - che ancora una volta si fa ricorso alla decretazione d’urgenza su una questione complessa, che coinvolge molteplici fattori (ambiente, salute, economia, investimenti, lavoro e occupazione), che richiederebbe il più ampio coinvolgimento di tutte le forze politiche al fine di predisporre interventi strutturali incisivi, diretti a riconvertire l’area, che non potrebbero essere mai affrontati nell’ambito dei tempi ristretti tipici di una decretazione d’urgenza”


Alberto Claudio De Giglio