L’Artista Domenico Dell’Osso, nel 2014 creò un modello in scala di un monumento alla Storia della Città che vorrebbe fosse realizzato per il 2019 e che, magari, ne inaugurasse le celebrazioni. L’opera verrà mostrata per la prima volta venerdì 20 ottobre, presso la Mediateca provinciale di Matera, durante il corso de “Gli aiuti di Stato destinati alle Infrastrutture culturali, turistiche, sportive e ricreative multifunzionali” organizzato da Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento Politiche Europee. L’opera verrà successivamente esposta al pubblico dal 21 al 27 ottobre, presso Dell’Osso ArtGallery, Piazza Vittorio Veneto, 5 – Matera.
In una nota l’artista esprime il suo legame con la città e le motivazioni che lo hanno spinto a realizzare l’Opera: “Sono nato da padre lucano e madre pugliese, ho sempre sentito un forte richiamo dalla Basilicata. Frequentando i materani ho capito che l’educazione ricevuta da mio padre era la stessa, così mi son sentito completato vivendo fra Puglia e Basilicata. Nel 2009 mi sono trasferito a Matera decidendo di farla diventare la mia città. Sin dall’inizio sono stato affascinato dalla sua storia, dalla quale ho tratto un grande insegnamento di vita. Matera ha dovuto affrontare un lungo percorso di accettazione e lotta convivendo con il giudizio altrui e la vergogna fino a fare del suo vissuto un punto di forza e di orgoglio, il suo riscatto, l’apertura al mondo esterno, la consapevolezza che la sua diversità l’ha resa unica e come tutte le cose uniche è importante. Per quello che la città mi ha dato, ritengo doveroso ringraziarla con questo monumento che rappresenti in totale la sua storia, la sua anima, la sua vocazione. Un’opera nella quale sia racchiuso il
passato, il presente e il futuro della stessa, con i suoi valori di conservazione e volontà di essere migliore aprendosi al mondo in un continuo scambio culturale, un’opera che ricordi a tutti coloro che verranno a visitarla che, oltre ad esser patrimonio dell’Unesco, è stata nominata capitale europea della cultura nell’anno 2019. Vivere questa città mi ha aiutato a confermare un pensiero che rappresenta un punto saldo della mia filosofia di vita che oggi è alla base di ciò che attraverso la mia arte cerco di trasmettere: “accettare i propri limiti rende liberi”. Descrizione dell’opera (il significato e il legame con il territorio). L’opera è composta da due grandi pannelli scultorei separati e distinti, così come la città si divide in due importanti periodi storici che ne determinano la sua personalità. I pannelli, di forme differenti, rappresentano uno il passato della città, l’altro il presente ed il futuro. I pannelli (A e B) collocati l’uno difronte all’altro, si completano dando l’illusione di vedere apparire un’immagine: il Logo di Matera 2019. Guardando la scultura da lontano, in un primo momento all’osservatore appare il logo della candidatura di Matera a capitale europea della cultura 2019, logo che sparirà avvicinandosi sempre più all’opera. In un secondo momento si noteranno le due figure che, unite in un unico corpo, spiccano il volo proprio come sta
accadendo alla città di Matera che, grazie alla sua capacità di apertura ed interazione con l’altro, si proietta verso l’Europa e il mondo esterno. L’abbraccio delle due figure ha un ulteriore compito: descrivere quel senso di accoglienza e protezione che vive il visitatore quando si addentra nella città di Matera. La conformazione dell’opera, costituita dalle due sculture, una chiara (pannello A) ed una scura (pannello B), consente al visitatore di passarvi all’interno attraversandole come in un corridoio che isola per un momento il visitatore da tutto cio che è esterno alla scultura annullando il tempo e lo spazio proprio come avviene quando, addentrandosi nel cuore della
città vecchia si rimane sospesi e senza fiato difronte allo scenario dei sassi, dove un senso di vuoto ti riempie e si resta quasi meravigliati da quello che si riesce a provare dinnanzi ad un qualcosa di semplicemente naturale. Il passaggio attraverso questo corridoio modificherà le luci che illuminano la scultura provocando un momentaneo cambiamento della visione dell’opera, cambiamento che svanirà al termine del passaggio di ogni visitatore. Tutto questo per descriverne un'altra importante caratteristica della città: offrire a chiunque voglia realizzare dei progetti od iniziative, di farlo dando un contributo ed un valore aggiunto che la arricchisce senza cambiarla nel suo profondo, rimanendo la città di sempre, magica e stupenda, eterna incontaminata. Uscendo da questo corridoio ed osservando l’opera dal retro si notano sul pannello scuro (B) tre figure di uomini ripiegati su sé stessi, isolati e rassegnati, figure di uomini senza piedi, incastonati nella scultura come alberi piantati nel terreno con radici profonde che attingono dalla loro terra arida fino a prenderne le sembianze, così come chi ha abitato questa città nel corso degli anni. Le figure sono poste su livelli sconnessi e irregolari così come lo sono le stradine e i vicoli dei sassi. Queste, senza volto e prive di una identità, sono state poste sul retro dell’opera per rappresentare il periodo in cui Matera è stata nascosta al mondo intero perché ritenuta “la vergogna d’Italia”.
Ciò che è raffigurato su questo pannello scuro è quello che si sente entrando nel cuore della città, attraversando le sue strade, entrando nelle sue case, ascoltando i racconti dei suoi abitanti scoprendo la storia, il suo passato scuro, la miseria che ha vissuto. Un monumento quindi, che rappresenti in totale la sua storia, la sua anima, la sua vocazione. Un’opera nella quale sia racchiuso il passato, il presente e il futuro della stessa, con i suoi valori di conservazione e volontà di essere migliore aprendosi al mondo in un continuo scambio culturale, un’opera che ricordi a tutti coloro che verranno a visitarla che, oltre ad esser patrimonio dell’Unesco, è stata nominata capitale europea della cultura nell’anno 2019.