Occorre mobilitarsi per difendere il posto di lavoro di 330operai”, dritto al sodo il segretario del circolo PD di Ginosa,Antonello Zicari dal presidio organizzato, assieme ai lavoratori in mobilitazione, presso la sede centrale del gruppo Natuzzi di
Santeramo nella giornata di ieri: “Attualmente, 330 lavoratori che erano in cassa integrazione a zero ore, in base all’accordo
del 15 ottobre 2015, rischiano di vedersi recapitare la lettera di mobilità il 15 di ottobre”. Cioè fra pochi giorni.Con l’accordo al MiSE (Ministero per lo Sviluppo Economico)dell’ottobre 2015, il gruppo Natuzzi s’impegnava alla ricollocazione dei 330cassintegrati a zero ore, attraverso una società di scouting che avrebbe dovuto cercare eventuali proposte industriali per la reindustrializzazione“prioritariamente” del sito Natuzzi di Ginosa. “Ma, questo non è avvenuto,e noi continuiamo a stare al fianco sia delle parti sociali, che stanno conducendo questa battaglia, sia dei lavoratori che vedono seriamente in discussione il loro futuro”.Per rilascio immediato2Un po’ di cronaca di quanto è accaduto negli ultimi mesi, può aiutare a leggere gli ultimi fatti inerenti la vertenza Natuzzi: l’accordo tra parti sociali e gruppo Natuzzi è stato firmato al MiSE il 15 ottobre 2015.Incaricata la società di scouting, il
gruppo Natuzzi ha informato gli attori coinvolti delle difficoltà nel cercare nuovi investitori. Le
organizzazioni sindacali hanno,quindi, fatto una chiamata di responsabilità nei confronti della proprietà suggerendo, addirittura, di
riportare all’interno del gruppo alcune lavorazione che Natuzzi aveva esternalizzato. “Poi, Natuzzi ha comunicato di poter ricollocare solo 104unità delle 330 previste dall’accordo di ottobre 2015. – prosegue nel suo racconto Zicari – tutto questo mentre il MiSE, con la collaborazione del viceministro Teresa Bellanova (PD), continuava a ricordare che l’accordo regge se tutte le unità sono coinvolte nel reintegro”.Nelle ultime settimane la situazione si è inasprita, tanto le che parti sociali e i lavoratori, affiancati dall’amministrazione comunale laertina,nella persona del sindaco Gianfranco Lopane, e dell’onorevole PD Ludovico Vico, hanno indetto uno sciopero il 5 di ottobre scorso, con un“corteo a lumaca” che è poi confluito sullo stabilimento ginosino. “Questo perché, sempre nell’accordo di un anno fa, era previsto che il sito ginosino è priorità rispetto agli altri stabilimenti dismessi dal gruppo Natuzzi” ha spiegato il segretario ginosino PD. Il MiSE nel frattempo non convocava le parti, dal momento che gli accordi richiedevano un nuovo progetto industriale per il prosieguo delle trattative. “Per questo nei giorni scorsi si è tenuto un incontro tra parti sociali e gruppo, in Provincia, dove abbiamo appreso della volontà da parte di Natuzzi, di aprire le procedure di mobilità per i 330 cassintegrati a zero ore”.L’accordo non c’è stato: “La rottura delle trattative ci ha visti costretti a rivolgerci all’organo di Governo sul territorio: il Prefetto. Ora abbiamo il Per rilascio immediato3dovere di continuare a seguire dall’interno la vertenza sindacale,partecipando alle mobilitazioni con tutte le sigle sindacali, e ricordandoci che come Partito Democratico locale dobbiamo lottare sia per il futuro dei330 operai, che rischiano di ricevere la lettera di mobilità, che per la reindustrializzazione dello stabilimento ginosino”.Nel frattempo, il MiSE ha voluto vederci chiaro in questa vicenda:infatti, per questa mattina (giovedì 12 ottobre 2016) è stato convocato un tavolo alle ore 11.
L’Addetto Stampa
Marilena Surdo