La campagna elettorale per le amministrative pugliesi imperversa e l’approvazione alla camera dei deputati del DDL Calderoli offre alle Sinistre pugliesi l’occasione per buttarla in caciara e fare terrorismo politico agitando fantasmi secessionisti al fine di raggranellare qualche voto.
Non viene detto che l’ultimo step dell’iter di approvazione della riforma sulle Autonomie Differenziate (AD) conclude un lungo corso
legislativo iniziato nel 2001 con il governo Amato (Centro-Sin) con la riforma del titolo V della Costituzione, con cui già vengono attribuite alle regioni a statuto ordinario competenze su 20 materie.
Sono seguite la legge delega
n. 42/ 2009 sul federalismo fiscale e i pre-accordi del governo Gentiloni (PD) nel 2014 con le regioni Emilia-Romagna, Veneto e Lombardia.
Nel 2019 con il I governo Conte e con il II governo Conte e Draghi si decide di completare il processo di AD e nello stesso anno anche la Campania di De Luca invia al ministro Affari regionali e Autonomie Stefani (M5S) proposta di intesa sull’AD.
La Puglia di Emiliano aveva inoltrato il medesimo documento nel 2018.
Con il governo Draghi (Nov 2019) e Boccia Ministro Affari regionali viene portato in consiglio dei Ministri la legge quadro sulle autonomie.
“Spero che tutte le regioni facciano domanda per l’AD… serve una cornice unica nazionale… Mi auguro con il tavolo della conferenza delle regioni di avere il via libera, prima del parlamento, cui toccherà l’ultima parola“ diceva Boccia nel Nov 2019, già primo firmatario di una proposta di legge (Ott 2019) in materia di attribuzione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomie alle regioni a statuto ordinario.
Poco dopo, sulla scorta di tale proposta di legge, la giunta capitolina con il sindaco Gualtieri approva uno schema di convenzione autorizzazione per il conferimento a Roma capitale di funzioni in materia di governo di territorio e pianificazione urbanistica-edilizia.
Solo con il governo Meloni, il PD decide di scendere in piazza con manifestazioni contro l’AD, agitando spettri di divisione Nord-Sud.
Il ddl Calderoli uscito dai lavori dell’apposita commissione parlamentare stabilisce che le regioni possano decidere condizioni particolari di autonomia nella gestione di altre 3 materie oltre alle già 20 gestite, tra quelle che sono competenza esclusiva dello Stato (istruzione, giustizia di pace, tutela dell’ambiente) purché non ci siano maggiori costi a carico dello Stato, e introduce i livelli essenziali di prestazione (LEP) che sono diritti civili e sociali che devono essere garantiti in tutto il territorio nazionale.
La determinazione dei LEP verrà stabilita con successivi atti di indirizzo purché siano omogenei e paritari, e il parlamento avrà potere di controllo e di revoca. Gli stessi accordi Stato-Regione dovranno avere una specifica durata non superiore ai 10 anni.
Se non si definiscono e finanziano i LEP non ci sarà autonomia differenziata.
In caso di regioni inadempienti lo Stato avrà la facoltà di sollevare la regione e attestarsi la gestione della specifica materia.
Con la riforma delle AD il Sud non rischia nulla e le differenze Nord-Sud non sono prodotto di questa riforma ma stratificazione di problemi storici, socioculturali, economici e politici sedimentatisi in 80 anni di storia nazionale. Si smetta di fare facile propaganda su un tema complesso e diffusamente sconosciuto.
Sentiamoci piuttosto responsabilizzati come forze partitiche a condividere politiche di sviluppo per i nostri territori.
Annamaria Caggiano
Vice coordinatore FdI Ginosa e Marina di Ginosa