Sta tornando lentamente alla normalità la corsa agli acquisti di generi alimentari che ha caratterizzato un po’ tutta la settimana. L’allarme Coronavirus ha scatenato – in particolare nei primi giorni della settimana- l’assalto agli scaffali dei centri commerciali e dei negozi di grandi metrature, per l’accaparramento di generi di prima necessità. Il timore di vedere calare la produzione ha indotto anche i consumatori della provincia di Taranto a fare scorte di pasta, farina, olio, latte a lunga conservazione, pelati, caffè, biscotti per la prima colazione. Ma, i prodotti più richiesti ed attualmente ancora non ovunque reperibili sono l’amuchina e il gel disinfettante. La psicosi del contagio ha indotto non pochi consumatori a rivolgersi addirittura alla rete per fare incetta di disinfettanti, proposti a prezzi proibitivi (anche a 35 euro a confezione) al pari di una bottiglia importante di Primitivo. A partire da lunedì scorso le vendite nei supermercati di grandi dimensioni sono gradualmente aumentate -sia nel capoluogo che nella provincia- tra il 40 ed il 50%,
in alcuni punti vendita e centri commerciali hanno raggiunto anche punte del 70%, ed in alcuni negozi addirittura le vendite si sono impennate sino all’80%. La notizia dei ultimi casi di contagio in provincia di Taranto non ha inciso particolarmente sull’andamento degli acquisti che anzi tra giovedì e venerdì sono gradualmente diminuiti rispetto alla corsa dei primi giorni, anche se le vendite
soprattutto per quanto concerne i prodotti a lunga conservazione restano superiori alla media. Tra il capoluogo e la provincia, in entrambi i versanti territoriali, l’andamento delle vendite è stato omogeneo nel senso cioè che le reazioni da parte
dei consumatori sono state identiche. “Non c’è al momento problema di reperibilità delle merci – afferma Leonardo Giangrande, presidente di Confcommercio Taranto- si tratta di organizzare e tenere sotto controllo la distribuzione e la logistica. La filiera è ben organizzata nel nostro Paese e siamo per ora in grado di reggere questa situazione, malgrado le tante difficoltà e le problematiche organizzative e distributive che hanno colpito anche le industrie dell’agroalimentare. Per quanto concerne il fresco i nostri produttori sono in grado di assicurare l’arrivo del prodotto su gli scaffali. Dunque non c’è necessità di rivolgersi alla rete e di effettuare acquisti a prezzi maggiorati”.