Imprese del turismo in affanno : " 67 % di addetti in meno". JUST TV

28/06/2022

La ripartenza della filiera turistica del post pandemia rischia di essere frenata dalla mancanza di personale. E’ quanto emerge dall’indagine del Centro Studi Confcommercio Taranto, secondo cui, ad oggi, solo il 33% delle imprese turistiche ha raggiunto il proprio standard di personale in termini di fabbisogno lavorativo.

“Un dato preoccupante, se consideriamo che l’attenzione alla qualità del servizio, divenuta centrale per il turista di oggi, risulta direttamente proporzionale a quella del personale” dichiara il direttore di Confcommercio Taranto, TULLIO MANCINO. Tra le figure più difficili da reperire gli addetti alla sala (-46%), seguiti da cuochi e pizzaioli (-29%). Quanto alle modalità di ricerca del personale, solo l’8% delle imprese intervistate dichiara di essersi rivolto ai Centri per l’Impiego, preferendo affidarsi alla ricerca diretta e al passaparola.

“Nonostante – continua Mancino- i nostri sforzi che nei mesi scorsi si sono tradotti in una iniziativa di Borsa Lavoro con cui abbiamo provato a promuovere un più ampio dialogo tra scuola, imprese e istituzioni, il gap tra domanda e offerta risulta ancora troppo ampio e condiziona in maniera determinante i servizi”. La situazione comporta infatti sacrifici in termini di offerta, se consideriamo che una azienda su tre ha dovuto ridurre il numero di coperti e il 22% degli imprenditori intervistati è stato costretto a rivedere menù e servizi extra.

Secondo Mancino, vi sono alcuni temi su cui non si può più tergiversare. “Occorre avviare al più presto tutti i programmi di Politiche Attive del Lavoro e Formazione Professionale rivolti a giovani, disoccupati e percettori di misure di sostegno al reddito primo fra
tutti il Reddito di Cittadinanza, di cui da mesi si attende invano l’operatività”. Le risorse non mancano: Garanzia Occupabilità Lavoratori e Garanzia Giovani innanzitutto, la prima con una dotazione iniziale di 69 milioni di euro di fondi PNRR che costituisce il perno dell’azione di riforma e rilancio delle Politiche Attive e la seconda, con altri 150 milioni di euro di risorse provenienti dai Fondi Strutturali.