Laterza: “Scorie radioattive. I geologi dicono NO.” Just tv

21/03/2022

Sull'ipotesi del nucleare arriva il “no” secco dell'ordine dei geologi della Puglia che sottolinea gli elementi di criticità che consiglierebbero di escludere ogni sito pugliese dalle aree idonee.

E’ spiegato in una nota- le considerazioni della regione Puglia e del Parco nazionale dell’Alta Murgia in merito al necessario stralcio dei siti di Gravina in Puglia, Altamura e Laterza dall’eventuale presenza tra le aree idonee ad ospitare il Deposito nazionale. I siti pugliesi sono in connessione con importanti aree naturali protette e con un percorso che includono l’Alta Murgia candidata ad entrare nel network dei Geoparchi dell’Unesco, percorso quest’ultimo che non merita in alcun modo di essere interrotto.

Con riferimento alla proposta di Carta nazionale delle aree idonee (Cnai) ad ospitare il Deposito nazionale per i rifiuti radioattivi e annesso Parco tecnologico, trasmessa da Sogin al Ministero della Transizione Ecologica in data 15 marzo, l’Ordine dei geologi della Puglia (Org) ritiene che non debbano esserci siti pugliesi in relazione agli aspetti escludenti legati alle caratteristiche geologiche, idrogeologiche, geomorfologiche e sismiche delle aree potenziali della nostra regione.

L’Org infatti, partecipando al percorso della Regione Puglia per definire le osservazioni ai siti proposti da Sogin, ha puntualmente evidenziato gli elementi di criticità che consigliano di escludere i siti pugliesi dalle aree idonee ad ospitare il Deposito nazionale. Tra le criticità la:

- presenza di depositi permeabili per porosità sovrapposti a litotipi argillosi, impermeabili, che sostengono una falda superficiale a luoghi affiorante;

- presenza di numerosi pozzi ad uso domestico e sorgenti;

- interferenza con reticoli idrografici;

- morfologia perimetrale con pendenza elevata in terreni facilmente erodibili.

I pozzi attestati nella falda superficiale così come delle sorgenti è stata già documentata dall’Ordine ed inviata alla Sogin in seguito ai sopralluoghi eseguiti dai geologi ed effettuati per la presenza di protocolli d’intesa che l’Org ha stipulato con i comuni interessati dalle aree potenzialmente idonee. I siti pugliesi, inoltre, sono attraversati da alcuni rami del reticolo idrografico minore e pertanto nelle aree sono presenti diverse “fasce di pertinenza fluviale”, normate dalle Norme tecniche del Piano di assetto idrogeologico (Pai) dell’Autorità di Bacino poiché potenzialmente soggette ad una pericolosità idraulica che può variare da bassa, a media, ad alta. Occorre infatti ricordare che in alcune aree gli eventi eccezionali e le piene dei torrenti hanno provocato gravi danni e purtroppo perdite di vite umane. A tali elementi occorre poi aggiungere che spesso le aree presentano pendenze superiori al 20% con potenziali condizioni geomorfologiche di “equilibrio instabile”, aggravate dalla presenza di opere di sostegno in pietra a secco e all’assenza di opere antropiche. L’Org quindi ha condotto, con la collaborazione di esperti qualificati, analisi ed approfondimenti sul rischio sismico dei territori di riferimento evidenziando sistemi di faglie che possono generare terremoti importanti con conseguenti amplificazioni sismiche incompatibili per la sicurezza di un deposito di rifiuti radioattivi.

Lo ribadiscono in una nota congiunta il presidente della Regione, Michele Emiliano, e l’assessora all’Ambiente, Anna Grazia Maraschio, in risposta alla notizia che la Sogin ha trasmesso al Ministero della Transizione Ecologica la proposta di Carta nazionale delle aree idonee.

“Questa nostra posizione contraria a ogni ipotesi di utilizzo del territorio pugliese per il deposito di rifiuti radioattivi – spiegano Emiliano e Maraschio – è stata ufficializzata dal Consiglio regionale e si fonda su studi tecnici e scientifici condotti insieme a Università, Enti di ricerca, Enti locali, Agenzie regionali, Associazioni e Ordini Professionali, già portati a conoscenza della Sogin e del Governo. Nessuna area pugliese, tra quelle individuate come deposito, ha finora ottenuto una classificazione ottimale e, inoltre, non è in grado di garantire le esigenze di isolamento da infrastrutture antropiche e da attività umane”.

Nell’area fra Gravina in Puglia, Altamura e Laterza vengono prodotti nove alimenti e undici vini a denominazione controllata e protetta. Lavorano 600 produttori del biologico e 270 aziende zootecniche. Ed è presente un ricco patrimonio culturale e naturalistico che va oltremodo preservato, perché fonte primaria per attività turistiche, agricole e silvo-pastorali. “L’insediamento di un deposito di stoccaggio di rifiuti radioattivi inficerebbe irrimediabilmente la vocazione di questo angolo straordinario della Puglia a un turismo sostenibile, frutto di un intenso, faticoso e incisivo impegno della Regione, degli enti e delle comunità locali” concludono.


MCO