Si faceva chiamare il “gruppo caramelle” quello composto dagli ufficiali coinvolti nello scandalo su appalti e mazzette alla Marina Militare.
Tangenti come caramelle, imposte a dodici imprenditori che dopo essersi stancati di pagare hanno collaborato con gli inquirenti che stavano scoperchiando il vaso di Pandora. Sono gli altri inquietanti particolari emersi dalle indagini condotte dai carabinieri della Compagnia di Taranto, coordinati dal pm Maurizio Carbone. La tangente era pari al 10% dei profitti.
Ieri il terremoto giudiziario con l’arresto del vice direttore di Maricommi, due ex vice direttori, un ex capo reparto, un sottufficiale capo deposito, un dipendente civile addetto alla contabilità del reparto e un capo ufficio del settore logistico dello Stato Maggiore della Marina Militare. Il capitano di vascello, arrestato a marzo scorso e il suo collega M. B. concordavano sulla condotta da tenere quando alla base navale arrivarono gli ispettori del Ministero della Difesa.
“Prepariamoci al meglio, curiamo ogni minimo dettaglio e lingua chiusa tra i denti” si dicono i due ufficiali durante una conversazione. E per incastrare gli indagati è stata importante la collaborazione fornita dagli imprenditori vessati. Uno di loro ha fatto finire nella trappola a marzo scorso il capitano di vascello, gli altri hanno poi confermato il pagamento delle tangenti. Un “vero e proprio pizzo imposto in modo rigido e con brutale e talora sfacciata protervia, e che ha causato nel complesso danni notevoli sia alle singole imprese che all'intera economia locale, sostanzialmente alla stregua dell'agire della malavita organizzata” ha scritto nella ordinanza il gip di Taranto, dottor Pompeo Carriere.
Fonte: Taranto Buona Sera