Incinta all’ottavo mese scopre di essere affetta da una rara cardiopatia ereditaria, a rischio di condurre a morte improvvisa, ma grazie a un defibrillatore indossabile, un giubbottino salvavita da indossare 24 ore su 24, riesce a portare a termine la gravidanza senza problemi. La diagnosi immediata e il tempestivo intervento degli specialisti del Policlinico di Bari hanno salvato la vita a una donna di 30 anni e al piccolo che aveva in grembo.
Un team multidisciplinare ha eseguito dapprima il trattamento cardiaco, per proteggere la mamma, permettendole di portare avanti la gravidanza in totale sicurezza; successivamente è stato effettuato il parto cesareo secondo il timing più idoneo per il bambino. Eccezionale gestione specialistica multidisciplinare delle unità operative di Cardiologia Universitaria e Ginecologia e Ostetricia del Policlinico di Bari.
La donna, a seguito di accertamenti fatti durante la gravidanza, aveva ricevuto la diagnosi di una rara sindrome cardiaca, la sindrome del QT lungo, che predispone a cardiopalmo, sincope e morte improvvisa a causa dell’insorgenza di aritmie maligne, come la tachicardia ventricolare e la torsione di punta. Dopo i primi accertamenti, è stata subito presa in carico dagli ambulatori di alta specializzazione di Gravidanze a rischio (responsabile professoressa Antonella Vimercati) e di Cardiomiopatie e sindromi aritmogene (responsabile professoressa Cinzia Forleo).
Il team multidisciplinare riunitosi, che ha coinvolto, non solo ginecologi e cardiologi, ma anche anestesisti e rianimatori e i neonatologi, ha condiviso il percorso più opportuno. Così il parto è stato effettuato in presenza di tutti gli specialisti, sotto costante monitoraggio del ritmo cardiaco e con tutte le precauzioni del caso, per intervenire prontamente nel caso in cui fosse stato necessario, evitando farmaci che potessero scatenare aritmie pericolose per la mamma e per il bimbo.
Il taglio cesareo è stato effettuato dalla professoressa Antonella Vimercati con successo e senza complicanze, e si è concluso con la nascita di un bellissimo bambino. La paziente è stata trattata e sorvegliata nel reparto di Ginecologia, protetta dal giubbottino salvavita, consentendole di non separarsi dal neonato, nel momento più importante per la creazione del legame madre-figlio. Dopo pochi giorni sono tornati a casa: la donna indossa ancora il giubbottino e, non appena terminato l’allattamento, potrà essere sottoposta a intervento chirurgico per l’impianto del defibrillatore.
Fonte: https://bari.repubblica.it/cronaca/2022/11/07/news/incinta_allottavo_mese_scopre_rara_cardiopatia_mamma_salva_e_gravidanza_a_termine_grazie_a_un_giubottodefibrillatore-373347715/