«La diga di San Giuliano non è ad uso esclusivo della Basilicata: per il 50% appartiene alla Puglia, ma la gestione è totalmente a trazione lucana a causa dell’assenza del Consorzio di Bonifica Stornara e Tara. A pagare le conseguenze di questo stato di cose, lo ripetiamo, sono gli agricoltori del Tarantino, ai quali viene negata la possibilità di avere a disposizione lo stesso quantitativo d’acqua a uso irriguo che è invece garantito alle aziende agricole della Basilicata. Vogliamo un trattamento equo e giusto per gli agricoltori pugliesi, ne hanno pieno diritto. Le altissime temperature di queste settimane, in assenza di interventi adeguati di irrigazione, mettono a rischio le colture. La situazione è grave, ingiusta e inaccettabile».
Sono Vito Rubino e Pietro De Padova, rispettivamente direttore e presidente di CIA Agricoltori Italiani Area Due Mari (Taranto-Brindisi) a tornare, per l’ennesima volta, sull’annosa questione inerente alla gestione delle risorse idriche afferenti alla diga di San Giuliano, invaso che ricade territorialmente in Basilicata ma la cui gestione, almeno sulla carta, dovrebbe essere condivisa al 50% con la Puglia.
«Di fatto, invece, la parte lucana continua ad avere un potere decisionale esclusivo sulle quantità da erogare. Inspiegabilmente e in maniera del tutto ingiustificata – hanno aggiunto Rubino e De Padova – Agli agricoltori pugliesi viene negato ciò che alle aziende agricole lucane è giustamente garantito. Noi non vogliamo né una goccia di più né una goccia di meno di acqua rispetto a quanto viene assicurato agli agricoltori della Basilicata. Pretendiamo un trattamento equo, giusto, con l’erogazione di quantitativi d’acqua sufficienti a sostenere il lavoro, il sudore e i sacrifici attraverso i quali le aziende agricole del Tarantino cercano, con fatica, di portare avanti la propria attività per non vedere andare al macero le loro produzioni. Facciamo appello all’Autorità di Bacino, alla Regione Puglia, all’ente regionale della Basilicata, al Consorzio di Bonifica Stornara e Tara e, più in generale, al livello politico-istituzionale: basta con i rimpalli di responsabilità, con le scusanti, con le risposte parziali e le formule astratte, occorre rispettare concretamente i diritti degli agricoltori pugliesi».
«Non è possibile continuare a essere inattivi rispetto a chi, in Basilicata, fa il bello e il cattivo tempo su una questione idrica sempre più drammatica e stringente, tutto questo soprattutto a causa dell’assenza della dirigenza del Consorzio Stornara e Tara e della mancanza di qualcuno che contrasti decisioni unilaterali. È necessario che la Puglia sia coinvolta e pretenda di avere voce in capitolo nella gestione delle risorse idriche destinate all’irrigazione nelle disponibilità della diga di San Giuliano, per questo facciamo appello diretto anche a Michele Emiliano a impegnarsi affinché le autorità funzionali della Regione Puglia prendano immediata contezza del problema e una posizione decisa su tutta la vicenda e, inoltre, si faccia portavoce presso il suo collega presidente della Regione Basilicata per ripristinare la regolarità dell’erogazione idrica da parte della struttura lucana», hanno concluso i dirigenti provinciali di CIA Due Mari.