Una manifestazione per dire "No all'immunità penale" reintrodotta dall'ultimo decreto cosiddetto 'salva-Ilva' si è tenuta questa mattina dalle ore 10 in piazza della Vittoria, a Taranto, organizzata dall'associazione Genitori Tarantini, dal cantautore Mimmo Cavallo, dalle associazioni sportive Virtus Taranto, Polisportiva 74020 e ASH Baskin Taranto e dall'agenzia per lo sport e le attività culturali Support_O.
Durante l’evento Simona Peluso si fa rasare a zero i capelli mentre il suo bambino l'abbraccia forte. Simona la mamma di Andrea nato con una malattia genetica rara, spesso deve compiere con lui i viaggi della speranza a Bologna. Viaggi che forse termineranno, visto che, la Asl ha incontrato Simona la settimana scorsa per cercare una soluzione a questo lungo calvario.
La nostra cara amica Simona, oggi, ha compiuto questo gesto per fare sentire la sua voce e la voce di tutte le mamme di Taranto.
Di seguito la lettera molto dura con il rimprovero al sindaco (Associazione Genitori tarantini):
"Non in nome dei cittadini di Taranto, Sindaco Melucci
Non in nome nostro, che non siamo “ambientalisti”, ma semplicemente cittadini provati da un inquinamento che ci fa preoccupare, ci fa ammalare e crea in noi insopportabile apprensione per la salute dei nostri figli.
Non in nome nostro, quando viene intervistato e parla del futuro di Taranto, coinvolgendo noi cittadini come se fossimo d’accordo con la sua visione del futuro.
Non in nome nostro, quando si confronta con i vertici dell’azienda o i Ministri ed esce soddisfatto da questi incontri, perché a Taranto state progettando “la più grande acciaieria Green”, la più grande “falsità green”; non in nome nostro, perché non siamo stupidi e sappiamo che per fare quello che raccontate, semmai fosse possibile, occorrono anni e miliardi di euro e un ulteriore sacrificio di vite umane.
Non in nome nostro, perché noi siamo stanchi di seppellire i nostri cari a causa di una produzione che non porta ricchezza alla nostra terra, ma solo malattie e morti.
Non in nome della famiglia Fornaro e di tutti gli allevatori che non hanno visto trucidare le loro greggi, alle quali comunque sarebbe stato vietato di pascolare entro un raggio di venti chilometri dall’acciaieria. E non in nome dei produttori di latticini e formaggi che del latte di quelle pecore avevano necessità.
Non in nome dei pescatori e dei mitilicoltori che hanno perso un lavoro ecocompatibile che non fa ammalare se stessi e gli altri.
Non in nome dei medici, dei ricercatori, degli statistici che da anni urlano inascoltati dati scientifici incontestabili, nell’assoluta indifferenza delle Istituzioni tutte.
Non in nome di tutti i bambini ricoverati per malattie riconducibili all’inquinamento, vittime innocenti di scelte politiche ed industriali inaccettabili.
Non in nome dei loro familiari, condannati all’ergastolo del dolore nel vedere i propri figli soffrire le pene dell’inferno.
NON IN LORO NOME, SINDACO!
Non in nome di tutti i bambini mai nati, per l’alta percentuale di infertilità maschile e femminile, nel popolo tarantino;
Non in nome di tutte le vittime dell’inquinamento, di tutti i bambini che non ci sono più; in particolare, non in nome di: Miriam, Roberta, Alessandro, Elio, Federica, Ambra, Vincenzo, Benedetta, e tutti gli altri. Tanti. Troppi. Insopportabilmente troppi.
E allora, noi continueremo a batterci anche per Sandro Esposito, Tina Ponticelli, Ilex Giorgio Zaninelli, Maria Ponzone, Lucia Di noi, Vincenzo Latagliata, Rosalba Caroli, per Pia, Anna, Mario, Rosanna, Elena.
E per gli operai Claudio Marsella, Francesco Zaccaria, Ciro Moccia, Angelo Iodice, Alessandro Morricella, Cosimo Martucci, Giacomo Campo, Angelo Fuggiano, Cosimo Massaro, morti dopo il sequestro del 2012.
E per Andrea, che dal primo giorno della sua vita lotta contro una malattia rarissima.
E se qualche tarantino non si ritrova in questa lista, signor Sindaco, parli in nome loro, che saranno sempre e comunque una netta minoranza".