“Da ormai due anni la Regione Puglia di Michele Emiliano tergiversa, forse strumentalmente, di fronte ai gravi problemi di funzionamento di molte cooperative sociali che attendono inutilmente dallo stesso ente, risposte certe relativamente alla gestione delle strutture riabilitative per anziani non autosufficienti e adulti disabili”.
A parlare è Carlo Martello, segretario generale di Confcooperative Taranto che prosegue così: “In questi giorni la Confcooperative, per mezzo delle proprie Federazioni di settore, ha riferito, ancora una volta, al presidente Emiliano e a tutti i funzionari responsabili che, a fronte di tale situazione, i centri diurni socio educativi riabilitativi e le RSA ( Residenze Sanitarie Assistenziali) che erogano dei servizi rispondenti ai Livelli Essenziali di Assistenza, non sono più in grado di garantire le prestazioni. Numerosi sono infatti i problemi ancora irrisolti dalla Regione, e che stanno per paralizzare l’attività di queste strutture. Innanzitutto, si lamenta la mancata conclusione del processo di accreditamento e cioè la verifica dei previsti requisiti, che permette l’erogazione del servizio. Per ottenere l’accreditamento, le cooperative devono possedere requisiti logistici e di personale occupato adeguati al numero massimo degli assistiti, sostenendo i relativi costi a fronte di un’utenza fortemente ridotta. Altro problema è quello della determinazione delle tariffe per l’assistenza, per le quali gli uffici regionali si stanno rifiutando di corrispondere l’IVA, appesantendo così le cooperative di costi ulteriori. E ancora, il problema del trasporto degli utenti dalle abitazioni ai centri di assistenza, il cui costo continua ad essere lasciato dalla Regione a carico della cooperative, nonostante il Consiglio di Stato abbia definitivamente riconosciuto la competenza delle ASL. E, infine, l’obbligo di inserire figure professionali certamente utili, ma introvabili sul mercato, come medici, infermieri, fisioterapisti ecc.
La Regione si mostra indifferente a voler individuare una soluzione su tutta una serie di questioni piuttosto urgenti. Certamente siamo abituati a ben altre prodezze da parte della Regione Puglia: una sede faraonica di oltre 50 milioni di euro, una struttura ospedaliera incompiuta per 105 milioni di euro, ma al netto di tutto ciò, nel caso lamentato, si ledono diritti della “povera gente” e cioè anziani non autosufficienti e anziani disabili, ai quali lo Stato garantisce prestazioni che la Regione di fatto nega, generando inoltre il rischio di perdita del posto di lavoro per un notevole numero di operatori”.