“La decisione di chiudere discoteche e sale da ballo in un momento topico dell’anno, inserita nel Decreto Festività, è per noi gestori un colpo mortale”. Mino Palmisano, CasaImpresa Taranto si unisce al coro dei rappresentanti della categoria che, in ogni luogo d’Italia, protestano per la scelta del Governo.
“La doppia vaccinazione ed il tampone sarebbero stati opportuni, e avrebbero tenuto insieme l’esigenza di evitare l’aumento dei contagi e quella dei gestori di tenere aperti i locali, non esponendo ancora una volta gli stessi al rischio del fallimento”.
“Si sottovaluta – prosegue la nota di Palmisano – che l’incasso di questi giorni sarebbe servito a coprire tante scadenze, quindi a mantenere in piedi le attività; così come non si considera affatto quanto ogni imprenditore del settore ha investito in vista delle serate di festa: con riferimento agli artisti (pagamento degli stessi, come delle spese di trasporto), all’ assunzione del personale e alla forniture di alcol”.
“Tutto ciò - chiude Palmisano - alimenta inevitabilmente il proliferare di feste abusive, che diventano ovviamente occasioni di aggregazione fuori controllo e dunque fonte di pericolosa trasmissione del virus”.
Se Atene piange, Sparta non ride. Non è molto diversa da questa infatti la condizione di ristoranti e hotel che pure attendevano questo periodo per tirare un sospiro di sollievo. Non chiudono, ma vivono un pesantissimo calo di presenze nelle strutture. Ad intervenire al riguardo è Giampiero Laterza, coordinatore del settore Turismo di CasaImpresa. “Prima di tutto va sottolineato che il Decreto Festività porta con sé purtroppo non poca confusione perché non sempre accompagnato da chiarimenti e spiegazioni che possano mettere i clienti in condizioni di avere un’idea precisa di quello che è possibile fare. Detto ciò, possiamo passare ai freddi numeri che con grande evidenza ci raccontano la situazione attuale: circa il 10/15% delle prenotazioni sono invece state annullate a causa di contagi o di contatti con contagiati, e quindi quarantene, ma anche per timori e paure legati ad un dato oggettivo: il virus continua purtroppo a circolare”.
“In conclusione quindi, tiriamo le somme e verifichiamo che quel movimento nei ristoranti c'è stato ma non come nelle previsioni, praticamente insignificante invece negli hotel. Oltre qualche prenotazione, unicamente per la notte del 31 dicembre purtroppo, non registriamo altro. Continuiamo – conclude Laterza – a vivere e a subire in questo modo gli effetti di una feroce pandemia”.