Ai produttori, le angurie vengono pagate pochi centesimi al chilo. La crisi dei prezzi ha messo in evidenza un paradosso: viene pagata di più una bottiglietta d'acqua da un litro che un chilo d'anguria agli agricoltori che producono con costi, sacrifici e rischi crescenti. A metterlo in evidenza, c'è anche un articolo di ItaliaFruit (
http://www.italiafruit.net/DettaglioNews.aspx...), che cita un intervento pubblicato sulla pagina facebook di Biodiverso: ""Ancora una volta il prezzo delle angurie è crollato e sta costringendo gli agricoltori a non raccoglierle. Non ve ne siete accorti? E non è il primo anno che succede. Sta succedendo anche per il melone. È successo anche per le patate, a volte per le lattughe - è il ragionamento proposto sul canale social - E pensare che 1 kg di angurie, di patate o di altri prodotti, se finisce nella spazzatura, costa alla collettività più di 15 centesimi di euro per finire in una discarica o in un impianto di compostaggio. Costano di più i rifiuti degli ortaggi! Non è concepibile: l’agricoltore lavora mesi e mesi per preparare il terreno, trapiantare, concimare, irrigare, proteggere le colture. E poi rischia di non trovare affatto conveniente raccogliere il prodotto del suo lavoro".
La questione dei prezzi riconosciuti agli agricoltori resta drammatica e centrale.
CIA-Agricoltori Italiani Puglia lo sta denunciando da tempo. Occorre riconoscere valore ai prodotti e al lavoro degli agricoltori. La questione investe tutte le filiere e i rapporti, ancora penalizzanti per gli agricoltori, tra produttori del comparto primario e GDO