Chi ha fatto un determinato salto di coscienza sa benissimo che la sicurezza è da sempre l’alibi dei tiranni, così come sa che l’ignoranza dei popoli è l’ingrediente essenziale per qualsiasi dittatura. Ma tant’è, la massa preferisce delegare il pensiero ai propri dittatori. La verità è che se continuiamo a giustificare tutto per mancanza di comprensione, pigrizia, o incapacità di sviluppare sufficiente amore personale, sociale e collettivo facciamo semplicemente un danno a noi stessi, poiché, citando Gustave le Bon: “Giustificare il male significa moltiplicarlo”. Benjamin Franklin asseriva che: “Chi è pronto a dar via le proprie libertà fondamentali per comprarsi briciole di temporanea sicurezza, non merita né la libertà né la sicurezza”.
Oggi più di ieri, controllare la società attraverso i media non è affatto difficile, dato che, una volta inserita una narrativa, saranno proprio i teledipendenti a diffonderla. Insomma, avremo pecore che controllano altre pecore, proprio come avviene nella società, a tutti i livelli. Ecco perché puoi essere dottore, scienziato, perfino un premio Nobel, in pratica puoi eccellere nel tuo campo ma essere, fondamentalmente, uno stupido programmato dal sistema. L’educazione e l’istruzione, del resto, sono entrambe programmazione sociale. I media programmano attraverso messaggi subliminali che arrivano al nostro inconscio, lì, dove si formano le percezioni che poi si trasformeranno in pensieri che crediamo nostri.
Ecco perché il mio consiglio è non solo di svegliarsi e capire questi meccanismi, ma di abbeverarsi il meno possibile da tutte queste fonti avvelenate. Meglio non accettare nessuna notizia, se non si è fatto un confronto fra opinioni diverse: tutto ciò che sentiamo dalla TV o dai giornalisti va filtrato, decodificato e confrontato con i pensatori del web che reputiamo liberi. Solo dopo questo confronto, possiamo farci realmente un’idea sulle cose. La genesi di tutto questo, ovviamente, sta nella sete di potere degli uomini, che da
sempre sono in rivalità tra loro, atti a conquistarsi una fetta di potere che, erroneamente, dovrebbe recare loro felicità e senso di appagamento. Le congiure, i piani, i tradimenti, le mire espansionistiche, gli attacchi a sorpresa, le strategie di guerra, da sempre hanno
determinato la storia umana arrivata fino a noi. L’èlite che oggi domina il mondo ha una storia di complotti che si perde nella notte dei
tempi, tuttavia solo con la globalizzazione politica ed economica è arrivata a essere chiaramente visibile.
In tutti questi decenni, da quando il denaro è stato privatizzato, già dalla FED (la banca centrale americana) nel 1913, sia i boom che le crisi sono state tutte pilotate e pianificate a tavolino dalla cricca dei banchieri per accentuare il potere. Ricordiamo tutti la crisi
finanziaria del 2008, poi diventata crisi economica i cui strascichi hanno avuto effetti sino al 2015. Va da sé che i veri padroni del mondo sono gli azionisti delle banche centrali che prestano i soldi alle nazioni, non avendo più banche proprie; quindi siamo tutti ostaggi del mondo finanziario.
Ma, come ho già accennato sopra, controllare la società attraverso i media non è affatto difficile. Pochi sanno che a livello mondiale abbiamo sei compagnie che gestiscono tutta l’informazione. Queste compagnie possiedono azioni nella maggior parte dei media
mondiali (tv, giornali ecc.), mentre i restanti più piccoli prendono i soldi comunque dalle stesse. Come è possibile, infatti, che tutte le tv vedano i fatti sempre allo stesso modo? Dov’è la pluralità delle opinioni e delle informazioni? E perché siamo in pochi a ribellarci?
Vediamo di approfondire meglio questo concetto con questa storiella: Il “Principio della Rana Bollita” del filosofo americano Noam Chomsky è il principio secondo cui, la popolazione accetta la scomparsa dei valori tradizionali e consolidati con tutto ciò che ne deriva. Immaginate un pentolone pieno d’acqua fredda nel quale nuota una rana. Il fuoco sotto la pentola è acceso, e quindi l’acqua si riscalda lentamente. Dopo un po' diventa tiepida, ma la rana, trovandola piuttosto gradevole, continua tranquillamente a nuotare. Dopo qualche minuto la temperatura sale ancora e la rana si rilassa e, pur trovando il liquido meno gradevole che prima, continua a non spaventarsi. L’acqua adesso è davvero troppo calda e la rana si è indebolita, non ha la forza di reagire. Sopporta e non fa nulla mentre la temperatura sale ancora, fino al momento in cui la rana muore bollita.
Se la stessa rana fosse stata immersa direttamente nell’acqua a 50°, sicuramente sarebbe balzata subito fuori dal pentolone.
È una storiella che rende più facile la comprensione della terza delle dieci strategie della manipolazione delle masse, brillantemente elaborata da Chomsky che testualmente scrive:
"Per far accettare una misura inaccettabile, basta applicarla gradualmente, col contagocce, per mesi e anni consecutivi. È in questo modo che condizioni socioeconomiche radicalmente nuove (neoliberiste) e sempre peggiori, furono imposte in Italia e nell' UE durante i decenni degli anni ‘80 e ‘90: Stato minimo; Privatizzazioni; Precarietà; Flessibilità; Salari che non garantiscono più
redditi dignitosi e Disoccupazione di massa.
Tutti cambiamenti che avrebbero provocato una rivoluzione, se fossero stati applicati in una sola volta, ma sono stati progressivamente e subdolamente imposti proprio grazie al principio della rana bollita. Ecco la lista completa di Chomsky:
1. La strategia della distrazione. L’attenzione del cittadino è deviata dai veri problemi sociali e imprigionata su temi di poca importanza. Si mantiene, inoltre il cittadino occupato, sottraendogli la possibilità di pensare.
2. Creare problemi e poi offrire le soluzioni. Si crea una situazione per far sì che sia lo stesso cittadino a dare l’assenso a delle misure che si desiderano far accettare.
3. La strategia della gradualità (rana bollita). Fare accettare una misura inaccettabile al contagocce e per anni consecutivi.
4. La strategia del differire. Un sacrificio futuro è più facile da accettare rispetto a un sacrificio immediato, confidando sul fatto che la massa ingenuamente spera che il sacrificio richiesto possa essere evitato.
5. Rivolgersi al pubblico come ai bambini. Come se il cittadino fosse una creatura di pochi anni o un deficiente mentale.
6. Usare l’aspetto emotivo molto più della riflessione. L’uso del registro emotivo permette di aprire di aprire la porta di accesso all’inconscio per impiantare idee, desideri, paure e timori.
7. Mantenere il pubblico nell’ignoranza e nella mediocrità. La qualità dell’educazione data alle classi sociali inferiori deve essere la più povera possibile. L’obiettivo è il raggiungimento di un “Pensiero Governabile”.
8. Stimolare il pubblico a essere compiacente con la mediocrità. Spingere il cittadino a ritenere che è di moda essere mediocri, volgari e ignoranti.
9. Rafforzare l’auto-colpevolezza. Far credere all’individuo che se le cose non vanno è soprattutto colpa sua. Così invece di ribellarsi al “sistema” si colpevolizza.
10. Conoscere gli individui meglio di quanto loro stessi si conoscano. La spersonalizzazione dei soggetti nell’ambito della vita moderna e postmoderna pone l’accento sulla perdita di identità dei soggetti controllati e sorvegliati. Chi è stato sempre in gabbia,
quando ha le porte aperte non vuole andare via perché abituato alla sua zona di comfort.
Ecco come ci hanno bollito. Questo principio può essere applicato anche in altri campi, come quello scolastico come dimostra questa citazione:
“Mi sono più volte domandato perché da quarantacinque anni ad oggi, il metodo Montessori non sia stato diffuso nelle scuole italiane. Allora come oggi, debbo dare la stessa risposta: si tratta di vizio organico del nostro insegnamento: manca la libertà; si vuole l’uniformità; quella imposta da burocrati e sanzionata da politici. Manca anche l’interessamento pubblico ai problemi scolastici; alla loro tecnica, all’adeguamento dei metodi alle moderne esigenze.” (Don Sturzo, 17 giugno 1952).
Giovanni Matera
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