Ormai è piena e matura la consapevolezza del ruolo e del contributo delle donne in uniforme. Al Nord come al Sud d’Italia e, al netto delle differenze identitarie di ciascun contesto, è comune l’assenza di una questione di genere ed è comune il rispetto per il lavoro svolto, per le capacità individuali e per la dignità che ogni professionista con gli alamari manifesta nel rappresentare le Istituzioni. E, prima ancora, nelle donne in uniforme è pienamente percepita la totalità di una missione sociale che non ammette alcun pregiudizio, alcuna timidezza, alcuna remora. Nessuno ormai ritiene possibile pensare ad un’Arma priva del contributo delle donne.
La donna fa parte dell’Arma a pieno titolo, ed avrà sempre più la possibilità di esprimere le sue peculiarità nell’analisi, nelle decisioni e nelle azioni nei diversi ambiti locali, nazionali e globali. Non esiste differenza di genere nel contributo, piuttosto può esistere una differenza di contributo a seconda del genere: generi diversi esprimono opinioni diverse, hanno visioni diverse, suggeriscono strategie e soluzioni diverse. Da questo confronto nasce un arricchimento nella produzione di soluzioni creative, innovative e, di conseguenza, una maggiore e migliore possibilità di perseguire gli obiettivi dell’Istituzione.
Poi, ci sono ambiti nei quali proprio l’essere donna può fare la differenza: si pensi, ad esempio, alla possibilità di impiegare le donne nella ricezione di denunce per reati come la violenza di genere, lo stalking o i maltrattamenti in famiglia. Per la vittima, già di per sé vulnerabile, sarà certamente più agevole entrare in empatia con un operatore donna opportunamente formata sulla materia.
Anche nell’ambito dei reparti dipendenti del Comando Provinciale Carabinieri di Taranto le donne svolgono ogni tipo di mansione, protagoniste per strada, nei servizi di prevenzione e repressione dei reati o in caserma ad accogliere i cittadini che si rivolgono all’Istituzione. Ma l’Arma jonica vanta anche donne esperte presso il Laboratorio Analisi Sostanze Stupefacenti, relatrici presso scuole, centri anziani, convegni per divulgare la cultura della legalità o, addirittura, al comando di una Compagnia Carabinieri, come nel caso di Martina Franca.