Le trasformazioni politiche e sociali dei paesi europei negli ultimi venticinque anni hanno cambiato il profilo delle associazioni attive nella società civile e il ruolo che esercitano per la democrazia. La crisi dei partiti politici è diventata sempre più evidente e si sono fortemente indebolite le loro funzioni di socializzazione e di promozione della partecipazione democratica sul territorio.
Se sono diminuite le iscrizioni ai partiti, non è certo diminuita la disponibilità dei cittadini ad associarsi per impegnarsi in diverse forme di azione sociale. È perciò cresciuta in questo periodo l’attenzione al ruolo delle associazioni attive nella società civile. Impegnate in molteplici attività, le associazioni favoriscono la diffusione della cultura democratica, dell’universalismo e della solidarietà sociale, rafforzando i legami fra persone e l’efficacia delle politiche pubbliche. In Italia queste tendenze hanno interagito con un sistema politico caratterizzato da tradizionali carenze di cultura civica, da squilibri territoriali e da una forte ideologizzazione del conflitto sociale. Dagli anni novanta la scena è stata dominata dalla mobilitazione dell’antipolitica e dalla diffusione di stili di azione e di
comunicazione populisti. Per queste ragioni oggi si guarda al terzo settore e alla partecipazione nelle associazioni sociali con grande attenzione, sottolineando spesso la differenza fra il comportamento dei politici e la capacità di mobilitazione e l’impegno dei volontari.
Manca però una conoscenza adeguata del settore associativo, delle sue dinamiche e dei suoi effetti sulla vita politica e sociale.
L’importanza dell’associazionismo per la vita politica era già stata evidenziata, fin dall’Ottocento, dalle riflessioni di Tocqueville sulla democrazia americana. L’autore della Démocratie en Amérique aveva messo in luce una serie di caratteristiche e di effetti dell’associazionismo che vengono considerati tuttora validi. L’idea delle associazioni come «scuola di democrazia», formulata due secoli fa da Tocqueville, è stata riproposta da molti studiosi e ricercatori che valorizzano soprattutto il ruolo di socializzazione politica che può svolgere la partecipazione associativa. Le relazioni fra associazionismo e politica sono però molto diverse nelle democrazie moderne, molto più complesse, e si sono trasformate in modo significativo proprio negli ultimi decenni.
La socializzazione dei propri membri non è, d’altra parte, l’unica funzione che le associazioni svolgono in una democrazia partecipativa. Le associazioni (o le reti di associazioni) possono agire come attori collettivi nell’ambito della sfera pubblica, per influenzare direttamente sia la politica che le politiche con svariate forme di iniziative e mobilitazioni, di pressione sui governi ma anche di produzione diretta di beni pubblici. Negli ultimi anni l’idea della partecipazione associativa come «scuola di democrazia» è stata ripresa da diversi studiosi, diventando il punto di partenza per molte ricerche. Sulla scia di Toqueville, Putnam ha cercato di dimostrare il ruolo fondamentale della partecipazione associativa come precondizione dellademocrazia: «le reti di impegno civico facilitano il consolidamento di norme di reciprocità generalizzata tra i cittadini e incoraggiano l’emergere di una fiducia diffusa all’interno del corpo sociale» (Putnam).
L’innovazione più rilevante introdotta da Putnam fu l’utilizzo del concetto di «capitale sociale» che combina, a un livello di astrazione più elevato, diversi aspetti della vita sociale, analiticamente ed empiricamente distinti: «per capitale sociale intendiamo le relazioni di fiducia, le norme che regolano la convivenza, le reti di associazionismo civico, elementi che migliorano l’efficienza dell’organizzazione sociale promuovendo iniziative prese di comune accordo». L’esistenza di un elevato livello di capitale sociale in una comunità dovrebbe innescare un circuito virtuoso, grazie al quale crescerebbe ulteriormente, garantendo le migliori condizioni per la vita democratica di una Comunità. Con la partecipazione associativa aumentano in generale le risorse disponibili per la partecipazione politica: la competenza civica, l’informazione, la tolleranza verso altre culture, l’appartenenza a reti sociali, il senso di efficacia personale e le capacità di agire politicamente.
Per questo riteniamo assolutamente imprescindibile nella vita sociale, politica e civile della Comunità, un forte legame di collaborazione tra gli attori della vita pubblica, perché non solo l’associazionismo gioca in sé un ruolo fondamentale nella produzione di beni pubblici, ma è anche un volano fondamentale di socializzazione ai valori e alle pratiche democratiche.
Massimo De Luca
Coordinatore
Con Ginosa e Marina di Ginosa